Prete fa appello al Grande Fratello
Don Osman chiede al vincitore un contributo per la chiesa da ricostruire
L'AQUILA. Don Osman Prada, parroco di Roio - e delle sue tante frazioni fra cui Santa Rufina - vincitore qualche settimana fa di una puntata della Corrida, programma tv di Canale 5, ha scritto una lettera al vincitore del Grande Fratello (proclamato ieri sera) affinché doni una parte dei soldi che si è portato a casa (300.000 euro) per la ricostruzione della chiesa di San Nicandro e San Marciano che si trova appunto a Santa Rufina.
Ecco ampi stralci della lettera di don Osman al vincitore del Grande Fratello: «Caro fratello o sorella, che hai vinto l'avventura del Grande Fratello 2011. Nonostante io non condivida il programma televisivo voglio dirti: auguri! Sì, perché nella vita dobbiamo anche saper condividere i sogni e le mete raggiunte dagli altri, nonostante le nostre eventuali diverse opinioni. Mi è passato per la mente di scrivere questa lettera a te, per dirti che anch'io ho avuto un sogno, quello di diventare sacerdote di Cristo, mettendomi in gioco nelle sfide che la vita mi proponeva. Voglio dirti chi sono: mi chiamo don Osman Prada sono venezuelano, ma Dio ha deciso che il mio programma di vita era qui nella terra italiana. Sai ho visto con attenzione la vostra avventura, qualcuno potrà restare scandalizzato da questa notizia, ma ti confesso, tanti parlano male del programma eppure tutti lo guardano. Io, ogni tanto, non sempre. Spesso sono rimasto sconcertato per i vostri argomenti, pazzie, pianti, i vostri peccati commessi davanti a tutti.Vorrei esserti vicino in questo momento, non per i tuoi soldi e per la fama, ma perché oggi più che mai, penserai di essere super potente, indipendente, protagonista, lontano da Dio, centro del mondo e degli amici, o meglio di coloro che ti diranno di esserlo ma che semplicemente si metteranno in gioco con te esaltando quello che a te piace sentire, per tenerti buono e sfruttare la tua fama. Oltre al premio finale diventerai famoso, i paparazzi ti faranno impazzire ma ricordati di non perdere la tua essenza, la tua anima, la tua persona. Il figliol prodigo, dopo il suo momento di gloria, dopo aver sperperato i soldi, la gioventù, la fama rientrò in se stesso. Io voglio pregare per te, ma voglio anche darti una possibilità, di offrirti di fare un gesto, che potrebbe essere di equilibrio ma soprattutto di salvezza per la tua anima. Ti dicevo: sono un sacerdote, giovane come te, venezuelano, con una comunità in difficoltà. Siamo all'Aquila, la città distrutta dal terremoto del 6 aprile 2009. Siamo una comunità che a Santa Rufina di Roio ancora celebra la Messa in una tenda-chiesa con grandi disagi e difficoltà, con il freddo dell'inverno e il terribile caldo dell'estate. Abbiamo un progetto serio che stiamo portando avanti, per la ricostruzione della nostra chiesa, ma ancora ci manca tanto per poter iniziare un'opera di restauro e poter vedere nuovamente tutta la comunità riunita. Siccome tu ora hai denaro in abbondanza avrai anche modo di chiederti: cosa farò? Dove spenderò i miei soldi di troppo? Allora ecco che ci sono io per dirti come e dove. E non te ne pentirai. Anch'io mi sono esposto a partecipare ad un programma televisivo "La Corrida" per lanciare un appello a tutta l'Italia. Allora perché non lanciare anche a te la mia proposta giusta e sincera? Oggi mi permetto di invitarti a rivolgere il tuo sguardo sulla nostra città. Sulla nostra realtà. Mi è passato per la mente di scriverti per farti diventare nella vita reale un Grande Fratello per noi, dove vincerai non la fama o il denaro ma un grazie sincero dalla mia gente e poi la cosa più importante: la tua salvezza! Gesù ha detto che anche per un bicchiere d'acqua riceveremo il premio figuriamoci un gesto grande e bello, verso una comunità che soffre. Saresti disposto a darci una mano? Saresti disposto a diventare per noi un vero Grande Fratello? Comunque sentiti libero, se deciderai di non aiutarci noi pregheremo per te ugualmente, anzi ti dico: io non ho oro, né argento ma ho quello che ho ti do: Gesù! Spero di avere una risposta. Se vuoi vedere con i tuoi occhi concretamente quello che sta accadendo ancora qui da noi, ti invito a venire da me all'Aquila, sarai ospite della mia comunità e potrai renderti conto della situazione per poi decidere se aiutarci o no. Tutti aspettiamo un tuo cenno. Grazie e che Dio ti benedica».
Ecco ampi stralci della lettera di don Osman al vincitore del Grande Fratello: «Caro fratello o sorella, che hai vinto l'avventura del Grande Fratello 2011. Nonostante io non condivida il programma televisivo voglio dirti: auguri! Sì, perché nella vita dobbiamo anche saper condividere i sogni e le mete raggiunte dagli altri, nonostante le nostre eventuali diverse opinioni. Mi è passato per la mente di scrivere questa lettera a te, per dirti che anch'io ho avuto un sogno, quello di diventare sacerdote di Cristo, mettendomi in gioco nelle sfide che la vita mi proponeva. Voglio dirti chi sono: mi chiamo don Osman Prada sono venezuelano, ma Dio ha deciso che il mio programma di vita era qui nella terra italiana. Sai ho visto con attenzione la vostra avventura, qualcuno potrà restare scandalizzato da questa notizia, ma ti confesso, tanti parlano male del programma eppure tutti lo guardano. Io, ogni tanto, non sempre. Spesso sono rimasto sconcertato per i vostri argomenti, pazzie, pianti, i vostri peccati commessi davanti a tutti.Vorrei esserti vicino in questo momento, non per i tuoi soldi e per la fama, ma perché oggi più che mai, penserai di essere super potente, indipendente, protagonista, lontano da Dio, centro del mondo e degli amici, o meglio di coloro che ti diranno di esserlo ma che semplicemente si metteranno in gioco con te esaltando quello che a te piace sentire, per tenerti buono e sfruttare la tua fama. Oltre al premio finale diventerai famoso, i paparazzi ti faranno impazzire ma ricordati di non perdere la tua essenza, la tua anima, la tua persona. Il figliol prodigo, dopo il suo momento di gloria, dopo aver sperperato i soldi, la gioventù, la fama rientrò in se stesso. Io voglio pregare per te, ma voglio anche darti una possibilità, di offrirti di fare un gesto, che potrebbe essere di equilibrio ma soprattutto di salvezza per la tua anima. Ti dicevo: sono un sacerdote, giovane come te, venezuelano, con una comunità in difficoltà. Siamo all'Aquila, la città distrutta dal terremoto del 6 aprile 2009. Siamo una comunità che a Santa Rufina di Roio ancora celebra la Messa in una tenda-chiesa con grandi disagi e difficoltà, con il freddo dell'inverno e il terribile caldo dell'estate. Abbiamo un progetto serio che stiamo portando avanti, per la ricostruzione della nostra chiesa, ma ancora ci manca tanto per poter iniziare un'opera di restauro e poter vedere nuovamente tutta la comunità riunita. Siccome tu ora hai denaro in abbondanza avrai anche modo di chiederti: cosa farò? Dove spenderò i miei soldi di troppo? Allora ecco che ci sono io per dirti come e dove. E non te ne pentirai. Anch'io mi sono esposto a partecipare ad un programma televisivo "La Corrida" per lanciare un appello a tutta l'Italia. Allora perché non lanciare anche a te la mia proposta giusta e sincera? Oggi mi permetto di invitarti a rivolgere il tuo sguardo sulla nostra città. Sulla nostra realtà. Mi è passato per la mente di scriverti per farti diventare nella vita reale un Grande Fratello per noi, dove vincerai non la fama o il denaro ma un grazie sincero dalla mia gente e poi la cosa più importante: la tua salvezza! Gesù ha detto che anche per un bicchiere d'acqua riceveremo il premio figuriamoci un gesto grande e bello, verso una comunità che soffre. Saresti disposto a darci una mano? Saresti disposto a diventare per noi un vero Grande Fratello? Comunque sentiti libero, se deciderai di non aiutarci noi pregheremo per te ugualmente, anzi ti dico: io non ho oro, né argento ma ho quello che ho ti do: Gesù! Spero di avere una risposta. Se vuoi vedere con i tuoi occhi concretamente quello che sta accadendo ancora qui da noi, ti invito a venire da me all'Aquila, sarai ospite della mia comunità e potrai renderti conto della situazione per poi decidere se aiutarci o no. Tutti aspettiamo un tuo cenno. Grazie e che Dio ti benedica».
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