Processo Grandi Rischi, appello il 10 ottobre all'Aquila
Fissata la prima udienza. L’intento è di definirlo entro la fine del 2014 In primo grado i sette imputati furono condannati a 6 anni di carcere
L’AQUILA. Ora è ufficiale. Il processo d’appello a carico degli ex componenti della commissione Grandi Rischi inizierà venerdì 10 ottobre. Il collegio dovrebbe essere presieduto dalla dottoressa Fabrizia Francabandera e i tempi di definizione del processo dovrebbero essere relativamente brevi. Infatti l’intenzione sarebbe quella di portarlo a sentenza entro fine anno con un paio di udienze a settimana. Ora è corsa contro il tempo per le notifiche, dato che sono decine da farsi in tutta Italia visto l’alto numero di parti. La notifica per essere corretta deve avvenire 45 giorni prima del processo. Va comunque detto che non si tratta di un processo a rischio prescrizione.
Trovano conferma, dunque, le indiscrezioni che parlavano, per l’appunto, della fissazione della prima udienza per ottobre.
Sotto accusa ci sono i sette componenti dell’organismo che il 31 marzo del 2009, al termine di una riunione all’Aquila, mandarono messaggi rassicuranti alla popolazione circa l’ipotesi di una forte scossa. Ma il 6 aprile una scossa catastrofica causò 309 morti. Sotto accusa, dopo una denuncia, finirono i componenti della commissione con l’accusa di omicidio colposo plurimo.
Si tratta di nomi molto importanti sotto il profilo scientifico: Franco Barberi, Bernardo De Bernardinis, Enzo Boschi, Giulio Selvaggi, Gian Michele Calvi, Claudio Eva, Mauro Dolce.
Il processo di primo grado, davanti al giudice unico Marco Billi, fu condotto a marce forzate con un’udienza a settimana. Un processo importante a livello mondiale visto che una situazione giudiziaria simile non si era mai verificata e non a caso fu seguito con attenzione dalla stampa di parecchi Paesi stranieri con la presenza di alcuni inviati arrivati anche da Giappone e Stati Uniti.
Il pm Fabio Picuti, nel corso dell’ultima udienza, chiese 4 anni di carcere per tutti gli imputati e a lui si accodarono le parti civili. Contro questa richiesta si scagliarono le arringhe di alcuni tra i più importanti avvocati d’Italia tra i quali Alfredo Biondi, ex ministro della Giustizia, o Franco Coppi, ora avvocato dell’ex premier Silvio Berlusconi.
Il giudice Billi condannò tutti a sei anni di carcere, andando oltre, dunque, le richieste della pubblica accusa. Il giudice dispose anche una provvisionale di quasi otto milioni a favore delle 56 parti civili.
A carico degli imputati, cui si contesta la morte di 29 persone e il ferimento di altre quattro, sono state disposte le pene accessorie dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici e dell’interdizione legale.
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