Progetto Case, vietato affacciarsi ai balconi
Ordinanza del sindaco per tutti gli alloggi realizzati da una ditta campana La Forestale sequestra il manufatto crollato e parte della casa a Cese
L’AQUILA. Due ordinanze del sindaco, un’inchiesta penale e una amministrativa. Il crollo del balcone in un appartamento del Progetto Case di Cese di Preturo in via Volonté, ha innescato una raffica di iniziative da parte di tutte le istituzioni al fine di scongiurare che certi episodi possano ripetersi.
ORDINANZE. Il sindaco, dunque, ha vietato l’uso dei balconi nelle abitazioni realizzate dalle ditte napoletane in Ati – Iter (fallita), Sled, Vitale – nelle frazioni di Arischia, Cese di Preturo, Coppito 2, Collebrincioni, Sassa nucleo industriale.
Al riguardo, l’assessore comunale Lelio De Santis precisa che in tutto gli appartamenti in questione sono circa 500 e prima possibile partiranno i controlli su queste abitazioni giudicate a rischio.
Poi, come anticipato ieri, sono stati reperiti, tramite ordinanza, una trentina di alloggi nei vari insediamenti antisismici per coloro che, sentendosi insicuri nelle case realizzate dalle tre ditte campane, vogliano trasferirsi altrove.
Del resto, in molte di queste case sono stati segnalati problemi di infiltrazioni. La stessa assegnataria dell’alloggio dove il balcone è caduto aveva già denunciato questo inconveniente. Una sua vicina, nello scorso mese di febbraio, ha dovuto fronteggiare un’infiltrazione di acqua calda. «Solo dopo alcuni mesi», racconta, «tutto è tornato a posto ma i danni me li sono dovuti pagare io». Che il balcone sia stato realizzato ignorando le regole lo si è notato subito, visto che tutto il pezzo che si è staccato era privo di guaine di protezione e, ovviamente, era impregnato di acqua. Intanto l’assegnataria della casa danneggiata, la ristoratrice Luciana Leonardis, ha ottenuto un nuovo alloggio a Pagliare di Sassa.
L’INDAGINE. L’inchiesta penale è stata avviata d’ufficio. Ieri pomeriggio, infatti, gli agenti del Comando provinciale della Forestale e della sezione di polizia giudiziaria hanno sequestrato il balcone crollato. Più in particolare, è stato disposto il sequestro del balcone crollato e della porzione esterna della facciata dell’edificio oggetto di distacco dell’elemento crollato al fine di procedere agli accertamenti tecnici per verificare le cause del crollo. Il provvedimento è stato eseguito dai forestali insieme ai vigili del fuoco che hanno messo in sicurezza i luoghi. Nei prossimi giorni proseguiranno le indagini per risalire alle eventuali responsabilità legate alla realizzazione della struttura crollata e a identificare i soggetti coinvolti. L’indagine, coordinata dal pm Roberta D’Avolio, procede per adesso contro ignoti e il reato principale dovrebbe essere il disastro colposo ma sicuramente spunteranno fuori anche dei reati di natura omissiva.
Nel mirino, ovviamente, ci sono i responsabili e i tecnici delle tre ditte napoletane sopracitate, chi fece i collaudi e, in teoria, anche chi fece i progetti anche se l’accusa sembra contestare soprattutto l’esecuzione dei lavori. Il sopralluogo degli investigatori è durato un paio d’ore ed è stato fatto da una decina di forestali e vigili del fuoco. Sul posto anche alcuni dipendenti comunali. Altri spunti investigativi potranno essere forniti anche dal Comune, vista l’annunciata intenzione di presentare una denuncia da parte dell’ente.
DE SANTIS. «I controlli ci saranno per dare una risposta ai cittadini sulla sicurezza», dice l’assessore comunale Lelio De Santis, «ma la gestione del Progetto Case non può andare avanti così altrimenti le casse comunali resteranno vuote. Prima di tutto occorre fare prima possibile ad allestire una nuova società che sia in grado, guadagnandoci, di gestire il patrimonio».
«Faremo un appalto di sei mesi», dice ancora l’amministratore locale, «per la manutenzione ordinaria per il Progetto Case, ma per quella straordinaria, che prevede costi pesanti, non ci sono le risorse se lo Stato non ci aiuta più. Non dobbiamo dimenticare che siamo l’unico comune in Italia ad avere questo grosso problema».
«Ci sono anche dei problemi obiettivi per ottenere le risorse», aggiunge, «visto che non bisogna dimenticare che solo un terzo degli assegnatari del Progetto Case paga regolarmente quanto deve. Per cui si va in crisi, visto che da quella entrata era previsto un gettito assai superiore a quello reale per cui dovremo adottare altri provvedimenti».
Ma i problemi sono anche di personale. «Non sempre avremo a disposizione», conclude, «del personale adeguato sotto il profilo numerico ma anche in relazione alle competenze, per fare quei controlli ora disposti negli alloggi a rischio del Progetto Case».
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