«Proroga? Protezione civile a disposizione»
Bertolaso sulla proposta di prolungare la presenza nel 2010: lo valuterò più in là.
L’AQUILA. «Io prorogato? Valuterò più in là». Il dibattito sulla proroga per Bertolaso oltre il 31 dicembre, suscitato dall’editoriale del direttore del Centro Luigi Vicinanza, resta aperto. Anche il diretto interessato, incassato il sì dei sindaci del cratere, dice la sua. «Il problema, certo, non si chiama Bertolaso», dice il capo dipartimento della Protezione civile. «Non è che se io resto o me ne vado qui le cose cambiano. Qui c’è una struttura che si chiama Protezione civile, che ha i suoi uffici, i suoi tecnici, la sua organizzazione. Questa struttura la mettiamo a disposizione di tutti in qualsiasi parte d’Italia. Se qui, poi, ci sarà bisogno di mantenere la nostra organizzazione anche dopo il 31 dicembre e di metterla a disposizione dei sindaci, della presidente della Provincia, del presidente della Regione, non ci sarà nessun problema.
Io valuterò più in là sulla mia presenza. Ora sto lavorando bene con i miei interlocutori per scrivere la famosa governance della quale il presidente Gianni Chiodi ha scritto sul Centro e che soprattutto con Cialente stiamo definendo nel dettaglio. Dev’essere una macchina in grado di rilevare il lavoro e di portarlo avanti. Organizzazione, struttura, nomi e cognomi di tecnici esperti che siano, possibilmente, anche al di sopra delle parti e che vengano scelti solo sulla base del curriculum». Quanto alla proposta di candidatura, da parte del Pdl Marche, a presidente di quella Regione, Bertolaso declina l’invito. «Sono molto legato alle Marche, bella regione come l’Abruzzo. Continuerò ad andarci in vacanza. Non intendo impegnarmi in politica e voglio restare al servizio della gente».
Bertolaso, poi, si dice «amareggiato» per le polemiche legate alla «paternità» delle case inaugurate da Berlusconi a Onna. «Si è detto che i soldi sono della Croce Rossa, il lavoro è del Trentino e che noi dipartimento non c’entriamo. Ho cercato anche di dirlo a Onna. Questi distinguo non mi piacciono. Bisogna capire che noi siamo un sistema articolato. Quindi, che l’abbia fatto Trento o noi non conta. Noi che, tra l’altro, i soldi li abbiamo messi anche per Onna. Ma questo non cambia nulla. Un giornale ha messo la foto di un cartello in cui noi ci saremmo aggiunti dopo. Mi è dispiaciuto. Il 14 luglio il dipartimento ha nominato Raffaele De Col, Protezione civile di Trento, soggetto attuatore. Il lavoro è condiviso. È così anche per le case di San Demetrio e per quelle dei friulani a Fossa».
Io valuterò più in là sulla mia presenza. Ora sto lavorando bene con i miei interlocutori per scrivere la famosa governance della quale il presidente Gianni Chiodi ha scritto sul Centro e che soprattutto con Cialente stiamo definendo nel dettaglio. Dev’essere una macchina in grado di rilevare il lavoro e di portarlo avanti. Organizzazione, struttura, nomi e cognomi di tecnici esperti che siano, possibilmente, anche al di sopra delle parti e che vengano scelti solo sulla base del curriculum». Quanto alla proposta di candidatura, da parte del Pdl Marche, a presidente di quella Regione, Bertolaso declina l’invito. «Sono molto legato alle Marche, bella regione come l’Abruzzo. Continuerò ad andarci in vacanza. Non intendo impegnarmi in politica e voglio restare al servizio della gente».
Bertolaso, poi, si dice «amareggiato» per le polemiche legate alla «paternità» delle case inaugurate da Berlusconi a Onna. «Si è detto che i soldi sono della Croce Rossa, il lavoro è del Trentino e che noi dipartimento non c’entriamo. Ho cercato anche di dirlo a Onna. Questi distinguo non mi piacciono. Bisogna capire che noi siamo un sistema articolato. Quindi, che l’abbia fatto Trento o noi non conta. Noi che, tra l’altro, i soldi li abbiamo messi anche per Onna. Ma questo non cambia nulla. Un giornale ha messo la foto di un cartello in cui noi ci saremmo aggiunti dopo. Mi è dispiaciuto. Il 14 luglio il dipartimento ha nominato Raffaele De Col, Protezione civile di Trento, soggetto attuatore. Il lavoro è condiviso. È così anche per le case di San Demetrio e per quelle dei friulani a Fossa».