Proteste, la piazza si riorganizza
Incontro per preparare la mobilitazione, c’è chi vuole bloccare l’autostrada.
L’AQUILA. «Mettiamoci in macchina a 30 all’ora sull’A24 e blocchiamo tutto». «Boicottiamo il “Porta a Porta” di Natale». «Paralizziamo la città con uno sciopero generale». «Torniamo a Roma, ma stavolta facciamoci sentire». Voci dalla pancia della piazza che si riorganizza, dopo la manifestazione davanti a Montecitorio e l’incontro di una delegazione con Fini «che non sono serviti a nulla».
LA RABBIA. Esplode l’ira della gente dei comitati, che trasforma una conferenza stampa in un duro atto d’accusa, un processo a governo e Protezione civile, ma anche ai politici, accusati di essere troppo «filo-Bertolaso», tanto da avergli «pure dedicato un premio». La rabbia cova sotto la cenere. Ed è pronta a esplodere sotto Natale. Lo stesso sindaco, che forse sa qualcosa di più, mette le mani avanti. «Io ho avvertito chi di dovere che qua, d’ora in avanti, può succedere di tutto. Sotto il profilo sociale i mesi di gennaio, febbraio e marzo saranno difficilissimi. Io ho parlato. Poi non vengano a chiedere aiuto a chi viene delegittimato costantemente nella propria azione politica e amministrativa». Cialente annuncia che il Comune, «con propria anticipazione» pagherà anche il mese di novembre dell’autonoma sistemazione agli oltre 14mila aquilani assistiti.
LE PROPOSTE. Il deputato Pd Giovanni Lolli critica il provvedimento del governo «incostituzionale, perché riguarda solo alcune categorie», invita ad «alzare il tiro», ringrazia i colleghi Castellani, Pelino e De Angelis, che, da destra, hanno provato a far cambiare idea ai ministri. La presidente della Provincia Stefania Pezzopane lancia tre idee: un incontro col presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, con tutti i sindaci del cratere, un consiglio straordinario per sollecitare la Regione a prendere posizione. E una grande assemblea di cittadini da tenersi all’Aquila sotto Natale. «Sono offesa dal comportamento di Chiodi che continua a dire che è tutto a posto. Basta mediazioni, no ad altri estenuanti rinvii. Il governo ha ancora una volta tradito questo territorio». Giovanni D’Amico, vicepresidente del consiglio regionale, è solidale con gli aquilani. «La Regione non è in grado di dialogare alla pari col governo». Il consigliere comunale Mpa Emanuele Imprudente ha raccolto le firme per un consiglio straordinario con Chiodi e Bertolaso.
LE SARACINESCHE. Umberto Trasatti (Cgil) legge il documento del consiglio della Camera di Commercio: «Immediato rilancio per lo sviluppo e l’occupazione nei territori terremotati, senza alcuna distinzione, tutelando in particolare le categorie più deboli quali i precari, i cassintegrati e i pensionati, attraverso interventi dedicati». Chiusura con Pietro Paolelli (Uil), che invita alla mobilitazione, spiegando che, per lo sciopero generale, pure ipotizzato, poche ore prima, da Fabio Frullo (Funzione pubblica) dello stesso sindacato, bisogna seguire le norme e, forse, non ci sono i tempi. Ma ricorda pure che «il popolo aquilano è storicamente e per natura poco incline alla mobilitazione. Ne abbiamo fatti di cortei, sotto i Portici, coi lavoratori licenziati. E avessi visto una saracinesca di bar, dico una, abbassata di mezzo metro».
LA RABBIA. Esplode l’ira della gente dei comitati, che trasforma una conferenza stampa in un duro atto d’accusa, un processo a governo e Protezione civile, ma anche ai politici, accusati di essere troppo «filo-Bertolaso», tanto da avergli «pure dedicato un premio». La rabbia cova sotto la cenere. Ed è pronta a esplodere sotto Natale. Lo stesso sindaco, che forse sa qualcosa di più, mette le mani avanti. «Io ho avvertito chi di dovere che qua, d’ora in avanti, può succedere di tutto. Sotto il profilo sociale i mesi di gennaio, febbraio e marzo saranno difficilissimi. Io ho parlato. Poi non vengano a chiedere aiuto a chi viene delegittimato costantemente nella propria azione politica e amministrativa». Cialente annuncia che il Comune, «con propria anticipazione» pagherà anche il mese di novembre dell’autonoma sistemazione agli oltre 14mila aquilani assistiti.
LE PROPOSTE. Il deputato Pd Giovanni Lolli critica il provvedimento del governo «incostituzionale, perché riguarda solo alcune categorie», invita ad «alzare il tiro», ringrazia i colleghi Castellani, Pelino e De Angelis, che, da destra, hanno provato a far cambiare idea ai ministri. La presidente della Provincia Stefania Pezzopane lancia tre idee: un incontro col presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, con tutti i sindaci del cratere, un consiglio straordinario per sollecitare la Regione a prendere posizione. E una grande assemblea di cittadini da tenersi all’Aquila sotto Natale. «Sono offesa dal comportamento di Chiodi che continua a dire che è tutto a posto. Basta mediazioni, no ad altri estenuanti rinvii. Il governo ha ancora una volta tradito questo territorio». Giovanni D’Amico, vicepresidente del consiglio regionale, è solidale con gli aquilani. «La Regione non è in grado di dialogare alla pari col governo». Il consigliere comunale Mpa Emanuele Imprudente ha raccolto le firme per un consiglio straordinario con Chiodi e Bertolaso.
LE SARACINESCHE. Umberto Trasatti (Cgil) legge il documento del consiglio della Camera di Commercio: «Immediato rilancio per lo sviluppo e l’occupazione nei territori terremotati, senza alcuna distinzione, tutelando in particolare le categorie più deboli quali i precari, i cassintegrati e i pensionati, attraverso interventi dedicati». Chiusura con Pietro Paolelli (Uil), che invita alla mobilitazione, spiegando che, per lo sciopero generale, pure ipotizzato, poche ore prima, da Fabio Frullo (Funzione pubblica) dello stesso sindacato, bisogna seguire le norme e, forse, non ci sono i tempi. Ma ricorda pure che «il popolo aquilano è storicamente e per natura poco incline alla mobilitazione. Ne abbiamo fatti di cortei, sotto i Portici, coi lavoratori licenziati. E avessi visto una saracinesca di bar, dico una, abbassata di mezzo metro».