Puntellamenti, nessuna nuova chiusura
L’assessore Di Stefano: verificati distacchi di intonaco, pronte le mantovane. Il Comune avvia le gare per la manutenzione
L’AQUILA. Non ci sono nuove zone da chiudere. Riscontrati distacchi di intonaco, ma la situazione è sotto controllo. Lo hanno ribadito ieri l’assessore alla Ricostruzione Pietro Di Stefano e il dirigente Vittorio Fabrizi, alla luce delle verifiche avviate dopo la scossa che ha fatto tornare la paura. I tecnici del Comune e i vigili del fuoco hanno effettuato controlli, ancora in corso. In alcuni punti si sono verificati distacchi di intonaco: «Sono dovuti all'incedere del tempo», ha spiegato Di Stefano. «Dove possibile stiamo applicando le mantovane, dove non è possibile isoliamo alcune parti di strada, ma non ci sono zone da chiudere». Parte dei puntellamenti del centro stanno superando i tre anni di durata. Per questo la prossima settimana partiranno le gare per la manutenzione ordinaria, con i fondi dell'emergenza. «Facciamo appalti ordinari», ha spiegato il dirigente Fabrizi, «e già dalla prossima settimana avvieremo le gare. Per le situazioni di emergenza, se ne verificheremo l'esistenza, partiremo subito». L'invito a tutti i cittadini è comunque alla prudenza, a non camminare rasente i muri e a rispettare le zone chiuse.
L’assessore è poi passato al contrattacco dopo l’ennesimo atto d’accusa dell’ormai ex commissario per la ricostruzione Gianni Chiodi. «L'ex commissario ha diffuso mezze verità, tentando di addossare responsabilità al Comune», ha sostenuto Di Stefano. Nel presentare la relazione finale Chiodi aveva chiarito che la Ragioneria territoriale dell'Aquila ha restituito i rendiconti presentati dal commissario perché mancava quello del Comune dell'Aquila, e che se tale inadempienza dovesse permanere sarà costretto, «a notiziare la Procura della Corte dei Conti». L'assessore specifica che se mai c'è stata una richiesta di rendicontazione arrivata dalla Ragioneria, questa non è mai arrivata al Comune ed è Chiodi a dover spiegare dove sono gli atti. Di Stefano spiega: «Le rendicontazioni 2009 venivano inviate alla Protezione Civile, successivamente le abbiamo inviate al commissario che le chiedeva in originale, ma poi con il decreto 48 il commissario ci chiese di avviare la digitalizzazione dei documenti. Poi hanno cambiato idea tornando a chiederci gli originali. Parte della documentazione è stata inviata. Le cifre le hanno tutte, ma le ha mai trasmesse alla Ragioneria?».
Per Di Stefano si tratterebbe di un «cane che si morde la coda»: per avere i giustificativi dei pagamenti in originale bisogna chiederli ai cittadini, che li possono dare solo dopo aver ricevuto i pagamenti. «Al momento non hanno trasferito i soldi, come facciamo a chiedere i giustificativi? Se la Corte dei Conti ce li chiede diremo che li ha tutti Chiodi. Dove sono, chi li sta guardando?». Un altro argomento è quello dei ricorsi al Tar contro il Comune. «La determinazione del buono contributo», sostiene Di Stefano, «va determinata entro 60 giorni, ma si va ben oltre. Fui io il primo a denunciare i ritardi, nel silenzio generale. Oggi invece questo fiume di ricorsi sta arrivando e il Comune viene costantemente condannato. Abbiamo informato il commissario e ora non escludiamo azioni di rivalsa». I ricorsi stanno scattando anche contro Cineas, che stabilisce il contributo economico. Secondo l'assessore la permanenza della filiera è obbligata: «È necessario che resti per completare le pratiche almeno delle case fuori centro storico, ma deve rispettare i tempi. Non abbiamo metodi di rivalsa, l’abbiamo detto al ministro».
Barbara Bologna
©RIPRODUZIONE RISERVATA