Puntellamenti, respinte le richieste di libertà
Restano ai domiciliari gli imprenditori Pellegrini e Di Persio: andranno al riesame «Gli indagati potrebbero recuperare e impiegare eventuali provviste occulte»
L’AQUILA. Restano ai domiciliari gli imprenditori Mauro Pellegrini e Giancarlo Di Persio, arrestati dai carabinieri per truffa nell’ambito di presunte tangenti nei puntellamenti alla base dell’inchiesta «Redde rationem».
Una decisione che è stata adottata dal giudice per le indagini preliminari Roberto Ferrari in analogia con le richieste della Procura, ma che disattende le istanze dei difensori Massimo Carosi e Riccardo Lopardi.
Le ragioni del provvedimento sono varie. «Non sono ravvisabili», dice il gip, «misure meno afflittive di quelle in atto idonee ad assicurare la totale assenza di comunicazione tra gli indagati e tra essi e i soggetti che possono cooperare al recupero di eventuali provviste occulte».
«Il mutamento dell’organizzazione societaria», dice ancora il giudice, «non è idoneo a generare una ridotta influenza delle scelte proprietarie nella conduzione dell’attività caratteristica e in particolare della effettiva fase negoziale prodromica alla redazione dei documenti contrattuali rimessi alla sottoscrizione e controllo degli organi amministrativi esecutivi e quelli di controllo».
Il magistrato condivide «il giudizio di attualità delle esigenze cautelari in ragione dei persistenti contatti con Tancredi che, al di là dell’ipotesi di alterazione del quadro istruttorio, manifesta di possedere elevate competenze in materia di affidamento e, in particolare, di esecuzione di atti pubblici». Ma quello che più colpisce è un passo finale della motivazione. «Dal tenore della conversazione trascritta nell’ordinanza», scrive il magistrato, «emerge oltre la sollecitazione dell’incontro ad opera del consulente, anche l’accorata segnalazione da parte degli imprenditori dei gravi sviluppi finanziari, dato che lascia pensare più che a un’indisponibilità di provvista di origine societaria (di difficile estrazione contabile) a un tentativo di condivisione degli effetti del mancato integrale conseguimento del risultato economico atteso».
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