Punto nascita, arriva il parto indolore

Il reparto cerca di evitare la chiusura puntando su una tecnica analgesica che allevia la sofferenza

SULMONA. Ricomincia dal parto indolore il punto nascita sulmonese. La Maternità, condannata alla chiusura dalla riforma sui reparti con meno di 500 nascite annue, prova ad invertire la rotta con l’esperimento della tecnica analgesica in via di autorizzazione. Si tratta di offrire alle future mamme la possibilità di gestire il parto in autonomia e senza sofferenze, grazie a una miscela gassosa composta a metà da ossigeno e protossito d’azoto. Un analgesico, dunque, e non un anestetico per veicolare il più possibile il messaggio del parto come fenomeno naturale e non traumatico. In pratica le partorienti, adeguatamente preparate dal personale, vengono fornite di una mascherina che consente loro di decidere in autonomia quantità e tempo di erogazione del gas che allevia il dolore e che viene poi facilmente smaltito dai polmoni. Un’opportunità che sta cambiando le sorti già di altri punti nascita in Italia, come quello di San Marino, condannato anch’esso alla chiusura, dove in pochi mesi si è registrato un picco di 150 parti. Numero lontano dagli appena 50 registrati a Sulmona in questi primi mesi dell’anno e dalla soglia minima da raggiungere per ottenere la salvezza. Obiettivo per cui sta lottando il personale medico e paramedico da tempo, tra mancati investimenti su personale e macchinari e la minaccia di continua chiusura che non ha fatto altro che aumentare la disaffezione delle mamme nei confronti della Maternità sulmonese. Ha pesato sul calo drastico dei parti, anche l’ubicazione del reparto, che fino a qualche mese fa si trovava nell’ala vecchia inagibile dell’ospedale, cosa che ha scoraggiato non poco le future mamme soprattutto dopo il terremoto del 2009. Di recente il reparto è stato trasferito all’ala nuova, dopo un’ispezione del Nas e le conseguenti prescrizioni sui locali. Prescrizioni che dovranno essere rispettate anche per la chiusura, con l’attivazione delle reti di emergenza tra ambulanze e elicotteri attrezzati, che tardano a concretizzarsi. Ritardo che sta causando anche lo slittamento della chiusura, che – inizialmente prevista a giugno dell’anno scorso – era poi slittata alla fine di questo mese. Data, anche questa superata, in attesa dell’attivazione dei livelli minimi di sicurezza.

Federica Pantano

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