Tribunale per i diritti del malato

Punto nascita, scontro sui fondi

Puglielli: la Corte dei conti accerti che fine faranno i soldi stanziati

SULMONA. Una delibera Asl del dicembre 2014 prevedeva lo stanziamento di 2 milioni di euro, dal 2015 al 2017, per la costruzione del nuovo blocco parto all’interno dell’ala ospedaliera in costruzione. Della somma totale, 500mila euro dovevano servire lo scorso anno per mettere in sicurezza il reparto di maternità. È proprio partendo da questo dato che il tribunale per i diritti del malato presenterà una relazione alla Corte dei conti per chiedere che fine faranno i fondi alla luce della chiusura programmata del punto nascita. «Presenteremo una relazione alla magistratura contabile perché qualcuno deve verificare dove questi soldi pubblici andranno a finire», avverte Catia Puglielli, avvocato del Tribunale per i diritti del malato. «Noi non ci stiamo più a essere presi in giro e crediamo di portare avanti questa causa a nome tutti i cittadini. Da un lato si parla dell’investimento di 2 milioni di euro sul blocco parto e dall’altro si dà per scontata la chiusura del punto nascita. Questi soldi dove sono andati a finire?». Se dovesse concretizzarsi la chiusura del reparto al terzo piano dell’ala vecchia dell’ospedale dovranno essere apportate importanti modifiche anche al progetto della nuova ala. Il punto nascita è previsto, secondo quel progetto, nei 10mila metri quadrati dell’ala nuova, collegato alle due sale operatorie in costruzione e al blocco parto, per una spesa complessiva di 2 milioni e mezzo di euro. Sono 6 i medici in servizio (una al lavoro da poco) nel reparto, più il primario Marina Tobia, 7 ostetriche e 10 infermieri per 14 posti letto, attualmente divisi in 5 stanze nella parte inagibile dell’ospedale. Cosa, quest’ultima, che ha pesato non poco sulla scelta delle gestanti che, dopo il terremoto, hanno preferito altri ospedali, facendo così precipitare il numero delle nascite a Sulmona.

Federica Pantano

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