Rapino cancella l’assemblea convocata dagli iscritti
Caos nel Pd, il segretario regionale avverte: «Sono io il commissario del circolo Basta fughe in avanti e nessuno pensi di utilizzare il simbolo senza permesso»
SULMONA. Un gruppo di tesserati convoca l’assemblea degli iscritti e il segretario-commissario Marco Rapino va su tutte le furie e la annulla. È appena all’inizio il braccio di ferro tutto interno al Pd, dopo la caduta anticipata dell’amministrazione Ranalli anche ad opera di due consiglieri dem. E l’impressione è che – a campagna elettorale ormai alle porte – la resa dei conti vada ancora servita. Da un lato ci sono gli iscritti che fanno riferimento all’ex amministratore Bruno Di Masci (col figlio Alessio che è stato fra i primi firmatari delle dimissioni da consigliere), dall’altra c'è la segreteria regionale del Pd, con Rapino che ha deciso di commissariare il circolo sulmonese, dopo il mancato rispetto dell’ordine di non dimettersi.
«Ad oggi il simbolo del Pd, per eventuali e future liste, sono io a detenerlo e nessun altro e farò rispettare valori e principi legati a quel simbolo», avverte Rapino. «L’assemblea degli iscritti al Pd di Sulmona, è stata annullata». La riunione di ieri sarebbe dovuta servire per entrare nel vivo della campagna elettorale, dando una prima bozza di programmi, candidati e liste. Una fuga in avanti, l’ennesima, che non è piaciuta al segretario-commissario.
«Non mi interessano i tira e molla», taglia corto Rapino. « Mi auguro che questa sia l’ultima volta in cui sono costretto a tornare sull’argomento: il circolo del Pd di Sulmona è commissariato, così come gli organi dirigenziali e nessuno, dico nessuno, è autorizzato a convocare assemblee degli iscritti nella nostra sede. Le regole del Partito democratico sono chiare e io ho intenzione di rispettarle e farle rispettare. E invito tutti a fare altrettanto». Dunque, si resta in attesa dei provvedimenti annunciati prima che i due consiglieri democratici (Alessio Di Masci e Fabio Ranalli) si unissero agli altri sette colleghi che hanno firmato in blocco le dimissioni l’11 febbraio scorso, decretando lo scioglimento del consiglio e la fine dell’amministrazione guidata da Peppino Ranalli. L’impressione è che la segreteria del partito stia prendendo tempo, dopo l’audizione nei giorni scorsi dei due “ribelli” da parte della commissione di garanzia regionale, che si è riservata una decisione sul caso sulmonese. Una situazione evidentemente complicata, quella di Sulmona, dove per la quarta volta consecutiva in 15 anni è terminata anticipatamente una consigliatura.
Federica Pantano
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