Renzi e polemiche Fabiani: «Sulle tasse i problemi restano»

Il tributarista: «Solo una presa di impegni sul punto centrale che va affrontato seriamente perché si rischia il disastro»

L’AQUILA. «Se non si affronta seriamente il problema tasse si rischia il disastro economico del territorio». Lo afferma, in una nota, il tributarista Luigi Fabiani che ripercorre le tappe della visita di Renzi.

«Era stata fissata, con convocazione del 21 agosto, una riunione tra operatori economici, istituzioni, associazioni di categoria, sindacati e professionisti per valutare l’assurda richiesta Ue sulla restituzione dell’agevolazione della legge 183/2011 (abbattimento al 40% delle tasse sospese a seguito del sisma) ritenendola un aiuto di Stato in quanto non commisurata all’effettivo danno subìto a cui si è agganciata una (per ora ventilata, ma so per certo reale) pretesa dell’Agenzia delle Entrate e di Equitalia di far restituire il 100% a tutte le partite Iva, prescindendo dal limite del de minimis. In soldoni viene cancellata l’agevolazione prevista dalla legge per tutti coloro che svolgono un’attività (commercianti, artigiani, professionisti, imprese). Su questa convocazione, quantomai importante e urgente, in quanto i tempi dettati dall’Ue non sono quelli soliti italiani, si è innestata la visita di Renzi. Bisogna sapere che quando un governo intende attuare un’agevolazione per le popolazioni colpite da eventi catastrofici, deve quantomeno notificarlo anticipatamente all’Ue, appunto per evitare che gli stessi vengano considerati aiuti di Stato in frode alla concorrenza. Nessun governo di tutti quelli che si sono succeduti lo ha mai fatto per nessun evento, sia esso terremoto (Sicilia, Molise, Umbria, Abruzzo) o alluvione o altro. Purtroppo, la pretesa Ue riguarda solo il terremoto del 6 aprile 2009, in quanto per i precedenti non è più possibile certificare nulla perché i tempi di conservazione della documentazione sono scaduti. Ho voluto pensare, anzi, mi sono voluto convincere, che, forse, sarebbe stata un’opportunità per far capire al governo attuale quale sarebbe il dramma se realmente gli operatori del cratere venissero chiamati a restituire tutte le imposte, tasse e contributi sospesi e poi abbattuti».

«Intanto», prosegue Fabiani, «tanti altri cittadini, giustamente, hanno pensato che fosse la migliore occasione per far capire anche la problematica delle trivellazioni nel mare Adriatico, del gasdotto in territorio sismico, degli errori fatti con la “buona scuola”, il “Jobs act”, la richiesta della restituzione delle tasse. Tutti argomenti giusti e legittimi che devono essere portati all’attenzione di un capo di governo. In uno stato con democrazia rappresentativa, gli eletti dovrebbero farsi carico di rappresentare nei luoghi deputati (Camera e Senato) gli umori dei propri elettori, la loro posizione, la loro contestazione. Ma, purtroppo, i rappresentanti dei cittadini non svolgono questo ruolo e non adempiono al loro mandato: altrimenti non si spiegherebbe perché qui, sul territorio, difendono le scelte dei cittadini (no gasdotto, no triv, no tav, no inceneritori, no biomasse, no ...) e poi votano la fiducia accettando di delegare al governo scelte, spesso impopolari, sicuramente non condivise con chi le deve subire. Quindi, ancora una volta, da un lato la gente, dall’altro la politica. In una stanza, fin troppo piccola e stracolma di gente, la solita presa ... di impegni; in piazza la gente che, prima di poter dire, si è dovuta “accreditare” con la polizia posta a difesa della corte. È passato tutto come una “gazzarra”, un dissenso contro il premier e non come problemi reali. Intanto l’Ue, l’Agenzia delle Entrate ed Equitalia seguiteranno a massacrare le attività produttive del territorio».