Resti umani e farmaci scaduti in ospedale
Trovati dalla polizia dopo un blitz in un magazzino: erano in trecento scatoloni
L'AQUILA. Resti di organi umani in formalina, feti, medicine scadute, provette di sangue: sono la macabra scoperta fatta dalla polizia in un ampio locale di un'area dismessa e inagibile dopo il sisma dell'ospedale San Salvatore, in passato occupata dal reparto di anatomia patologica.
Il blitz è scattato ieri mattina intorno alle dieci quando una ventina di uomini della squadra mobile, coordinati dal sostituto commissario Sabatino Romano hanno fatto irruzione nel locale in seguito a una recente soffiata, peraltro ben dettagliata, arrivata in questura.
I poliziotti, pertanto, hanno circondato tutta l'area e, indossati, guanti, maschere e camici adeguati, hanno iniziato a fare un inventario del materiale trovato che in buona parte avrebbe dovuto essere smaltito. Si tratta, per l'appunto, di roba che era lì da almeno un anno, ma sicuramente altro materiale vi era stato poggiato già prima del terremoto secondo quanto si è poi appreso.
Più in particolare gli investigatori, tra i quali molti esperti della polizia scientifica, hanno prelevato una serie di provette con dentro del sangue, resti umani provenienti da operazioni o autopsie e feti, ma anche farmaci scaduti, sacche di sangue, liquidi non ancora ben identificati.
L'opera di catalogazione è durata parecchie ore e solo verso le 17 è stata completata. Tutto il materiale è rinchiuso in trecento statole. Ovviamente è stato sequestrato e i sigilli sono stati messi anche alla porta del magazzino vasto circa cinquecento metri quadrati.
L'indagine è appena agli inizi visto che al momento non ci sono avvisi di garanzia ma certamente esistono delle persone che presto lo saranno.
Comunque è certo che l'area e dunque il magazzino erano ufficialmente interdetti (anche per via della inagibilità del sito) ma è anche vero che qualunque malintenzionato avrebbe potuto comodamente entrarvi senza difficoltà.
Va anche detto che tra il materiale ritrovato ci sono anche dei reperti quali tessuti umani oggetto di prelievi per analisi e dunque in teoria ancora utili: si pensi a nuovi esami che possono essere disposti sullo stesso tessuto. Una eventuale scomparsa di quei campioni avrebbe creato problemi non secondari ai diretti interessati.
Per il resto, però, si tratta di materiali che dovevano essere smaltiti in tempi comunque relativamente brevi cosa che non è mai stata fatta. L'impressione degli investigatori è che la loro eliminazione non è mai stata fatta dei tempi canonici forse anche per qualche negligenza collegata ai disagi provocati dal terremoto che ha danneggiato buona parte del presidio medico.
L'inchiesta non è facile in quanto è necessario ricostruire il percorso di tutti quei campioni per risalire alla responsabilità che, in astratto, possono essere attribuite a personale medico o amministrativo come pure alla ditta che doveva occuparsi dello smaltimento secondo una procedura e tempi ben precisi.
Per adesso si procede contro ignoti ma tra i reati contestati c'è il Dpr 254 del 2003 che disciplina la gestione, raccolta e trattamento dei rifiuti sanitari. Le pene previste in caso di condanna arrivano a due anni di reclusione e una multa di 25mila euro. Ma non finisce qui nel senso che, visto come stanno le cose, sembrano imprescindibili le contestazioni di abuso e omissioni di atti di ufficio.
Questa mattina la relazione degli agenti della squadra mobile finirà sul tavolo del sostituto procuratore della Repubblica, Roberta D'Avolio che coordina le investigazioni.
Ma i sopralluoghi degli agenti di polizia non sono finiti. Infatti già da questa mattina gli inquirenti saranno ancora al San Salvatore per fare ulteriori rilievi. Ieri, infatti, l'attività di catalogazione dei reperti, operazione che prevedeva particolari procedure, ha assorbito gran parte del lavoro della mobile in relazioni all'aspetto puramente investigativo. Ma la polizia non immaginava che il lavoro da fare potesse essere tanto complesso. Stamani sul posto ci saranno anche altri tecnici e si prevede che la loro presenza sarà prolungata.
Nei prossimi giorni, inoltre, si procederà agli interrogatori di medici, dirigenti della Asl e personale ausiliare come persone informate sui fatti. Le indagini, però, potrebbero estendersi anche ad altre ale dell'ospedale San Salvatore al fine di verificare l'esistenza di altre situazioni simili.
Il blitz è scattato ieri mattina intorno alle dieci quando una ventina di uomini della squadra mobile, coordinati dal sostituto commissario Sabatino Romano hanno fatto irruzione nel locale in seguito a una recente soffiata, peraltro ben dettagliata, arrivata in questura.
I poliziotti, pertanto, hanno circondato tutta l'area e, indossati, guanti, maschere e camici adeguati, hanno iniziato a fare un inventario del materiale trovato che in buona parte avrebbe dovuto essere smaltito. Si tratta, per l'appunto, di roba che era lì da almeno un anno, ma sicuramente altro materiale vi era stato poggiato già prima del terremoto secondo quanto si è poi appreso.
Più in particolare gli investigatori, tra i quali molti esperti della polizia scientifica, hanno prelevato una serie di provette con dentro del sangue, resti umani provenienti da operazioni o autopsie e feti, ma anche farmaci scaduti, sacche di sangue, liquidi non ancora ben identificati.
L'opera di catalogazione è durata parecchie ore e solo verso le 17 è stata completata. Tutto il materiale è rinchiuso in trecento statole. Ovviamente è stato sequestrato e i sigilli sono stati messi anche alla porta del magazzino vasto circa cinquecento metri quadrati.
L'indagine è appena agli inizi visto che al momento non ci sono avvisi di garanzia ma certamente esistono delle persone che presto lo saranno.
Comunque è certo che l'area e dunque il magazzino erano ufficialmente interdetti (anche per via della inagibilità del sito) ma è anche vero che qualunque malintenzionato avrebbe potuto comodamente entrarvi senza difficoltà.
Va anche detto che tra il materiale ritrovato ci sono anche dei reperti quali tessuti umani oggetto di prelievi per analisi e dunque in teoria ancora utili: si pensi a nuovi esami che possono essere disposti sullo stesso tessuto. Una eventuale scomparsa di quei campioni avrebbe creato problemi non secondari ai diretti interessati.
Per il resto, però, si tratta di materiali che dovevano essere smaltiti in tempi comunque relativamente brevi cosa che non è mai stata fatta. L'impressione degli investigatori è che la loro eliminazione non è mai stata fatta dei tempi canonici forse anche per qualche negligenza collegata ai disagi provocati dal terremoto che ha danneggiato buona parte del presidio medico.
L'inchiesta non è facile in quanto è necessario ricostruire il percorso di tutti quei campioni per risalire alla responsabilità che, in astratto, possono essere attribuite a personale medico o amministrativo come pure alla ditta che doveva occuparsi dello smaltimento secondo una procedura e tempi ben precisi.
Per adesso si procede contro ignoti ma tra i reati contestati c'è il Dpr 254 del 2003 che disciplina la gestione, raccolta e trattamento dei rifiuti sanitari. Le pene previste in caso di condanna arrivano a due anni di reclusione e una multa di 25mila euro. Ma non finisce qui nel senso che, visto come stanno le cose, sembrano imprescindibili le contestazioni di abuso e omissioni di atti di ufficio.
Questa mattina la relazione degli agenti della squadra mobile finirà sul tavolo del sostituto procuratore della Repubblica, Roberta D'Avolio che coordina le investigazioni.
Ma i sopralluoghi degli agenti di polizia non sono finiti. Infatti già da questa mattina gli inquirenti saranno ancora al San Salvatore per fare ulteriori rilievi. Ieri, infatti, l'attività di catalogazione dei reperti, operazione che prevedeva particolari procedure, ha assorbito gran parte del lavoro della mobile in relazioni all'aspetto puramente investigativo. Ma la polizia non immaginava che il lavoro da fare potesse essere tanto complesso. Stamani sul posto ci saranno anche altri tecnici e si prevede che la loro presenza sarà prolungata.
Nei prossimi giorni, inoltre, si procederà agli interrogatori di medici, dirigenti della Asl e personale ausiliare come persone informate sui fatti. Le indagini, però, potrebbero estendersi anche ad altre ale dell'ospedale San Salvatore al fine di verificare l'esistenza di altre situazioni simili.
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