Restituzione tasse, i professionisti protestano

I rappresentanti degli ordini: norme e modulistica poco chiare, scadenze ravvicinate

L'AQUILA. Sulla restituzione delle tasse sospese durante l'emergenza sisma (aprile 2009-giugno 2010) è «caos totale». Gli ordini professionali tornano ad alzare i toni e dicono basta a norme poco chiare, modulistica confusa, scadenze ravvicinate e cambiamenti in corsa dei codici tributo. I professionisti se la prendono anche con la politica, «assente e incapace di farsi ascoltare a Roma».

Ieri è scaduta la prima delle 120 rate mensili che i contribuenti del cratere sismico devono restituire nella misura del 40 per cento in importi tutti uguali. La scadenza del 16 gennaio è stata indicata da Inps, Inail e Inpdap contraddicendo la circolare dell'Agenzia delle entrate che ha indicato, invece, la fine di gennaio come termine ultimo del pagamento.

A ciò si deve aggiungere che il 12 gennaio l'Inail ha cambiato i «codici tributo» mandando in tilt commercialisti e imprese. Una confusione che non aiuta commercialisti e consulenti del lavoro a compilare correttamente i moduli «con il rischio, inoltre, di sbagliare e incorrere in sanzioni». Non sono soltanto le norme confuse ad agitare i professionisti, «ma un metodo generalizzato di lavorare per rientrare nella normalità», ha tuonato ieri nel corso di una conferenza stampa al vetriolo il presidente dell'ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili, Americo Di Benedetto.

«Da un lato ci sono gli istituti previdenziali che si fanno le norme come gli pare», ha detto, «dall'altro c'è la politica che ci ha lasciati soli. I nostri rappresentanti sono incapaci di farsi ascoltare dal governo e dai direttori nazionali degli istituti previdenziali e di dimostrare che L'Aquila è ancora in emergenza». I professionisti hanno chiesto di costituire un coordinamento con gli enti previdenziali e l'Agenzia delle entrate e detto «basta alle scadenze troppo rigide, all'importo minimo di 50 euro per ciascuna rata, ai cambiamenti in corsa delle norme, che costringono i terremotati a rincorrere il tempo». Queste le richieste fatte ieri anche dal presidente dei giovani commercialisti, Ettore Perrotti, il tributarista Luigi Fabiani, il consigliere provinciale dei consulenti del lavoro, Salvatore Del Cimmuto e quello nazionale dell'ordine dei consulenti del lavoro, Marcello De Carolis. In platea anche la collega Miria D'Amico. «Le cose sono andate così», ha spiegato la D'Amico: «Gli istituti previdenziali dovevano fare da sostituti d'imposta, trattenendo sulla pensione le rate da restituire. Ma non erano pronti e hanno detto ai contribuenti di farsi fare i conteggi delle prime due rate dai Caf e dai professionisti. E qui spunta la contraddizione», ha aggiunto.

«Inps e Inpdap hanno detto alle aziende del cratere di adempiere ai pagamenti entro il 16 gennaio, mentre l'Agenzia delle entrate nella sua circolare aveva stabilito che la prima rata dovesse essere pagata entro il mese di gennaio, cioè entro il 31».

Al di là degli aspetti tecnici i professionisti hanno fatto una «critica generalizzata alla politica e al metodo sbagliato di lavoro», ha aggiunto Di Benedetto. «Ogni volta che si deve rientrare nella normalità i cittadini subiscono la mannaia del tempo e delle scadenze. Siamo stanchi di rincorrere il tempo e doverci adeguare a norme che cambiano all'ultimo momento». La responsabilità di questa confusione sta, secondo i professionisti, «nella mancanza di responsabiltià politica. La politica deve recuperare la capacità di farsi ascoltare».

© RIPRODUZIONE RISERVATA