Rettore, caccia ai voti degli sconfitti

Università, resa dei conti dopo l’esito del primo turno che vede Inverardi in vantaggio su Cifone. Luongo medita il ritiro

L’AQUILA. Dopo il primo turno di elezioni per scegliere il rettore, concluso con un nulla di fatto, sono cominciate le manovre per arrivare alla seconda votazione di lunedì con in mano il quorum. A contendersi la prima carica dell’Università l’ex preside di Medicina Maria Grazia Cifone e la collega di Scienze Paola Inverardi. Quest’ultima è in vantaggio: 239 voti contro i 188 della concorrente. Restano indietro il prorettore Francesco Vegliò (101 voti) e il docente di Ingegneria Angelo Luongo che ha totalizzato 39 voti e che sembra deciso ad abbandonare la corsa. Numeri derivanti da calcoli complessi: i 1227 votanti, infatti, ai fini dell’elezione, non hanno tutti lo stesso peso. Ogni prof esprime un voto intero, mentre ogni studente ne esprime «mezzo» e il voto del personale tecnico amministrativo è considerato al 15%. I voti esprimibili, nel complesso, sono dunque 733. Lo scarto tra le due principali contendenti è piuttosto evidente, almeno per il momento. Ma la seconda votazione potrebbe riservare sorprese. A fare la differenza potrebbero essere proprio gli spostamenti dei voti di Vegliò e Luongo. Lo spartiacque è l’ultima governance di Ateneo. Gli ambienti universitari, infatti, si sono nettamente divisi tra i pro-di Orio, rappresentati dalla Cifone e i contro, con a capo la Inverardi. Nel primo gruppo ci sarebbe anche Vegliò, braccio destro del rettore uscente; mentre tra i secondi rientra Luongo, rimpiazzato come prorettore dallo stesso Vegliò. Nonostante Vegliò abbia più volte espresso la vicinanza ai programmi della Cifone, sembra non voler abbandonare il campo. «Posso aggregare e non spostare i voti», aveva detto nei giorni scorsi e ieri ha confermato la volontà di non ritirarsi. Sui suoi voti conta invece l’ex preside di Medicina. Per un calcolo puramente matematico, infatti, la somma dei voti di Cifone e Vegliò è appena maggiore a quella dei voti di Inverardi e Luongo. Anche quest’ultimo, tuttavia, ha chiaramente detto di «non poter spostare i pochi voti raccolti» e, a differenza del prorettore, ha scelto di uscire pubblicamente dalla corsa. Si potrebbe non arrivare a un nome neanche lunedì. Nella seconda votazione, infatti, il rettore è scelto con la maggioranza assoluta dei votanti, purché sia pari ad almeno il 40% della totalità dei voti esprimibili e partecipi almeno la metà più uno degli aventi diritto. In caso di terza votazione (giovedì) l’elezione avviene a maggioranza assoluta dei votanti purché partecipi almeno la metà più uno degli aventi diritto. In caso di mancata elezione si procede al ballottaggio (martedì 11) tra i due con più voti. (m.c.)

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