gli abruzzesi a roma

«Ricostruire le seconde case»

L’appello dell’associazione della capitale: borghi da salvare

L’AQUILA. «Senza i benefici per le seconde case si compromette la ricostruzione». A sostenerlo è l’Associazione abruzzese di Roma, che lancia un appello per la rinascita dei borghi del cratere sismico aquilano.

«A Roma vivono circa 500mila concittadini di origine abruzzese, molti dei quali provenienti dalle ondate migratorie del territorio aquilano devastato dal sisma, che hanno le loro radici in una casa di antico patrimonio familiare», prosegue la nota. «E numerosi sono i romani che hanno un’abitazione nei borghi abruzzesi».

Il decreto legge sulla ricostruzione, ha trovato una soluzione solo per le case non adibite ad abitazioni principali nel centro storico dell’Aquila. Se nella fase di conversione del suddetto decreto non si apportano le necessarie modifiche per riconoscere gli stessi benefici anche ai 56 borghi e alle frazioni del comune, un prezioso patrimonio privato, rischia di andare perduto».

«Questa esclusione, è una discriminazione e penalizza la ricostruzione del tessuto edilizio nel suo insieme, in particolare quella dei centri storici i quali perderebbero la funzione di attrattori, indispensabile ai fini della vocazione turistica del territorio», aggiunge l’associazione. Lo stesso ministro Fabrizio Barca nel corso di un’assemblea pubblica a piazza Duomo, aveva ribadito che «nella nuova legge si dovrà poi effettivamente affrontare la questione delle seconde case dei non residenti, perché altrimenti la ricostruzione e il ripopolamento dei piccoli borghi del cratere diventa problematica».

«È mai possibile», conclude l’associazione, «che un impegno così solenne, nel giro di pochi giorni, possa essere stato dimenticato?» .

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