Ricostruzione, appello della Cna
Il presidente Malavasi: «Le piccole imprese locali fuori dagli appalti».
L’AQUILA. Mancanza di trasparenza, insufficienza di risorse e difficoltà di accesso alle risorse stesse per le aziende dell’Aquilano. Sono questi i principali problemi riscontrati dai vertici nazionali della Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa che ieri hanno partecipato a un confronto con gli enti locali nella sede della Carispaq a Strinella 88. «La ricostruzione deve essere legata indissolubilmente al territorio», ha esordito il presidente nazionale della Cna, Ivan Malavasi con ancora in mano il caschetto giallo con il quale nel le prime ore del pomeriggio ha visitato la zona rossa. «Per territorio intendiamo le forze economiche della zona, superata questa prima fase, per certi aspetti obbligata, occorre assicurare nel prosieguo del processo di ricostruzione un ruolo da protagonista alle piccole imprese, finora rimaste sostanzialmente tagliate fuori dal circuito degli appalti».
Il presidente è arrivato all’Aquila accompagnato dal segretario generale, Sergio Silvestrini, e alcuni membri del direttivo. Presenti all’incontro, tra gli altri, il vice presidente della Regione Abruzzo, Alfredo Castiglione, la presidente della Provincia dell’Aquila, Stefania Pezzopane, l’assessore comunale, Marco Fanfani, oltre al vice prefetto, Graziella Patrizi. Senza timore di fare gaffe, Malavasi ha parlato di «una città fantasma», esortando le autorità locali a far leva sulle professionalità locali per la ricostruzione. «Bisogna fare in fretta», ha detto, «su alcune piazze del centro storico stanno già crescendo delle erbacce, analogamente c’è bisogno di interventi forti per dare respiro alla produzione locale». Una posizione, quella di Malavasi, le cui ragioni non sono esclusivamente legate al fattore economico, ma che ha dei risvolti soprattutto sul profilo della sicurezza.
«Nessuna delle imprese protagoniste della ricostruzione del terremoto in Campania», ha ricordato, «è rimasta in vita e molte di queste sono ancora implicate in processi penali e giuridici. Qui all’Aquila può succedere di tutto ma non questo». Sul piano degli aiuti governativi, i vertici della Cna vedono luci e ombre facendo notare che mentre l’ordinanza della Presidenza del Consiglio del 9 luglio fissa all’articolo 2 indennizzi di una certa congruità per la ricostruzione e riparazione dei beni mobili distrutti o danneggiati (non superiore al 75% del costo stimato e fino a 300mila euro), un’altra ordinanza del 6 luglio stabilisce che i danni ai beni immobili distrutti o danneggiati siano di un importo non superiore ad 80mila.
Un importo giudicato inadeguato a fronte di ingenti danni ai capannoni. Secondo l’assessore Castiglione, «si può superare questo momento difficile solo se stringiamo la filiera istituzionale, Governo, Regione, Provincia, Comune e piccole e medie imprese», mentre la presidente della Provincia, Stefania Pezzopane, ha descritto le difficoltà degli enti locali nel sostenere il comparto produttivo a causa dell’empasse legislativa e burocratica.
Il presidente è arrivato all’Aquila accompagnato dal segretario generale, Sergio Silvestrini, e alcuni membri del direttivo. Presenti all’incontro, tra gli altri, il vice presidente della Regione Abruzzo, Alfredo Castiglione, la presidente della Provincia dell’Aquila, Stefania Pezzopane, l’assessore comunale, Marco Fanfani, oltre al vice prefetto, Graziella Patrizi. Senza timore di fare gaffe, Malavasi ha parlato di «una città fantasma», esortando le autorità locali a far leva sulle professionalità locali per la ricostruzione. «Bisogna fare in fretta», ha detto, «su alcune piazze del centro storico stanno già crescendo delle erbacce, analogamente c’è bisogno di interventi forti per dare respiro alla produzione locale». Una posizione, quella di Malavasi, le cui ragioni non sono esclusivamente legate al fattore economico, ma che ha dei risvolti soprattutto sul profilo della sicurezza.
«Nessuna delle imprese protagoniste della ricostruzione del terremoto in Campania», ha ricordato, «è rimasta in vita e molte di queste sono ancora implicate in processi penali e giuridici. Qui all’Aquila può succedere di tutto ma non questo». Sul piano degli aiuti governativi, i vertici della Cna vedono luci e ombre facendo notare che mentre l’ordinanza della Presidenza del Consiglio del 9 luglio fissa all’articolo 2 indennizzi di una certa congruità per la ricostruzione e riparazione dei beni mobili distrutti o danneggiati (non superiore al 75% del costo stimato e fino a 300mila euro), un’altra ordinanza del 6 luglio stabilisce che i danni ai beni immobili distrutti o danneggiati siano di un importo non superiore ad 80mila.
Un importo giudicato inadeguato a fronte di ingenti danni ai capannoni. Secondo l’assessore Castiglione, «si può superare questo momento difficile solo se stringiamo la filiera istituzionale, Governo, Regione, Provincia, Comune e piccole e medie imprese», mentre la presidente della Provincia, Stefania Pezzopane, ha descritto le difficoltà degli enti locali nel sostenere il comparto produttivo a causa dell’empasse legislativa e burocratica.