Ricostruzione, nuova protesta
I comitati civici incontrano Bertolaso, sabato sfileranno verso Coppito.
L’AQUILA. Faccia a faccia per la prima volta con il capo della Protezione civile Guido Bertolaso, proprio nel giorno dell’approvazione del decreto «vuoto e inconsistente, quello sì vergognoso, altro che noi sfollati apolitici che andiamo a manifestare liberamente a Roma e veniamo accusati ingiustamente di essere fiancheggiatori dei No global». I rappresentanti dei comitati cittadini nati dopo il terremoto per vigilare sulla fase della ricostruzione, incontrano il «protettore», come lo chiamano, non senza ironia, nei loro striscioni. Uno di questi, appeso al recinto del parco Unicef di via Strinella, dice appunto: «Chi ci protegge dal protettore?».
Ma ieri nessuno se l’è portato all’incontro. Cinque le questioni «fondamentali» portate all’attenzione anche del prefetto Franco Gabrielli, presente alla riunione che si è tenuta all’interno della scuola della Guardia di Finanza di Coppito. Primo: la difficoltà di comunicare e promuovere assemblee all’interno dei campi. Secondo: uscire al più presto dalle tende o tornare dagli alberghi per entrare in abitazioni (anche provvisorie) in città. Terzo: trasparenza sulle spese sostenute dalla Protezione civile. Quarto: la tempistica dei rimborsi. Quinto: il supporto del 100% del sostegno economico alle imprese locali. I comitati, all’unanimità, bocciano senza appello il progetto Case «piovuto dall’alto e che è destinato a cambiare il volto della città».
Poi tornano sul tema della partecipazione democratica. «Ci hanno detto che i no alle assemblee all’interno delle tendopoli erano per le elezioni e il referendum: aspettiamo di vedere all’atto pratico se è davvero così». La requisizione degli appartamenti e delle case sfitte per consentire di ospitare i cittadini che non possono rientrare nelle case danneggiate è il primo suggerimento. Che Bertolaso accoglie, visto che ribadisce che «Per settembre tutti fuori dalle tende». Ma ora l’attenzione dei comitati si concentra sulla nuova, grande mobilitazione dopo quella di Roma di martedì 16 giugno. Sabato 27 giugno, infatti, i comitati marceranno verso il Dicomac, il «cervellone» della Protezione civile a Coppito.
Il corteo partirà alle 15 dalla rotonda di piazza d’Armi e toccherà quattro campi della periferia della città: piazza d’Armi, ex Italtel 1 e 2 e Centi Colella. Da lì, lungo la statale 17, l’arrivo a Coppito. «Volevamo raggiungere il Dicomac, ma forse ci fermeranno alla Reiss Romoli», dicono i cittadini. «Ribadiremo il nostro no convinto al decreto e anche l’appello per la nostra campagna che chiede il 100% di ricostruzione, trasparenza e partecipazione». Prevista anche la partecipazione di sfollati che arriveranno in pullman dalla costa adriatica. Per informazioni e prenotazioni gli interessati possono chiamare il numero telefonico 3288789367.
Intanto sono in programma, in questa settimana, una serie di incontri preparatori al corteo. I manifestanti incontreranno gli sfollati anche nelle località della costa. Domani una delegazione di comitati visiterà la tendopoli di Fossa, mentre venerdì è previsto un ulteriore incontro a Camarda e, forse, a piazza d’Armi.
Ma ieri nessuno se l’è portato all’incontro. Cinque le questioni «fondamentali» portate all’attenzione anche del prefetto Franco Gabrielli, presente alla riunione che si è tenuta all’interno della scuola della Guardia di Finanza di Coppito. Primo: la difficoltà di comunicare e promuovere assemblee all’interno dei campi. Secondo: uscire al più presto dalle tende o tornare dagli alberghi per entrare in abitazioni (anche provvisorie) in città. Terzo: trasparenza sulle spese sostenute dalla Protezione civile. Quarto: la tempistica dei rimborsi. Quinto: il supporto del 100% del sostegno economico alle imprese locali. I comitati, all’unanimità, bocciano senza appello il progetto Case «piovuto dall’alto e che è destinato a cambiare il volto della città».
Poi tornano sul tema della partecipazione democratica. «Ci hanno detto che i no alle assemblee all’interno delle tendopoli erano per le elezioni e il referendum: aspettiamo di vedere all’atto pratico se è davvero così». La requisizione degli appartamenti e delle case sfitte per consentire di ospitare i cittadini che non possono rientrare nelle case danneggiate è il primo suggerimento. Che Bertolaso accoglie, visto che ribadisce che «Per settembre tutti fuori dalle tende». Ma ora l’attenzione dei comitati si concentra sulla nuova, grande mobilitazione dopo quella di Roma di martedì 16 giugno. Sabato 27 giugno, infatti, i comitati marceranno verso il Dicomac, il «cervellone» della Protezione civile a Coppito.
Il corteo partirà alle 15 dalla rotonda di piazza d’Armi e toccherà quattro campi della periferia della città: piazza d’Armi, ex Italtel 1 e 2 e Centi Colella. Da lì, lungo la statale 17, l’arrivo a Coppito. «Volevamo raggiungere il Dicomac, ma forse ci fermeranno alla Reiss Romoli», dicono i cittadini. «Ribadiremo il nostro no convinto al decreto e anche l’appello per la nostra campagna che chiede il 100% di ricostruzione, trasparenza e partecipazione». Prevista anche la partecipazione di sfollati che arriveranno in pullman dalla costa adriatica. Per informazioni e prenotazioni gli interessati possono chiamare il numero telefonico 3288789367.
Intanto sono in programma, in questa settimana, una serie di incontri preparatori al corteo. I manifestanti incontreranno gli sfollati anche nelle località della costa. Domani una delegazione di comitati visiterà la tendopoli di Fossa, mentre venerdì è previsto un ulteriore incontro a Camarda e, forse, a piazza d’Armi.