Rifondazione ci pensa: crisi soltanto rinviata
Il direttivo comunista non decide l’immediata uscita dalla giunta di centrosinistra Chiesta una verifica su alcuni punti del programma: «No alle derive renziane»
L’AQUILA. Usciranno i nostri eroi dalla giunta di centrosinistra: sì, no, forse? Per ora no, domani si vedrà. La riunione del circolo di Rifondazione comunista “Alfonsina Casamobile”, andata avanti, martedì, fino a notte fonda, ha fatto emergere due volontà. La prima è quella di fare casino da dentro, che non dispiace certo all’assessore Fabio Pelini, per il pieno compimento del suo mandato, l’altra è quella di rompere e continuare a far ballare la rumba al sindaco, magari al voto sull’assestamento di bilancio. Come ha fatto, e promette di continuare a fare, il consigliere Enrico Perilli.
Dopo ampia e approfondita discussione, né la mozione Pelini né la mozione Perilli hanno prevalso. Una quasi parità che ha spinto gli esponenti di Rifondazione a far passare ’a nuttata e a tirare fuori un documento che dice e non dice. Eccone alcuni stralci. «Rifondazione ribadisce con forza la correttezza della propria azione politica in consiglio, volta a sostenere le proprie posizioni storiche sull’ambiente e il territorio, la cui tutela ritiene imprescindibile come chiave di rilancio sociale ed economico. Teniamo a precisare che non intendiamo rinunciare alla nostra autonomia di partito e non accettiamo alcun ricatto che intenda porre una disciplina da caserma come condizione per il permanere in una maggioranza. Altra cosa è discutere e confrontarsi come abbiamo sempre fatto con lealtà e spirito di collaborazione. È evidente che ci siano divergenze, come accade in qualsiasi coalizione. I comunisti hanno sempre difeso il ruolo delle assemblee elettive che non sono bivacchi degli esecutivi. È diritto del nostro consigliere e del nostro partito presentare emendamenti e su questi cercare il consenso nel consiglio comunale, che non è un organismo di mera ratifica ma il principale luogo della rappresentanza democratica. Nel nostro ordinamento è fisiologico che un sindaco possa andare in minoranza su singole votazioni e questioni; paventare ogni volta questo rischio come una questione di vita o di morte o proporre inaccettabili diktat non giova a nessuno. La nostra bussola è stata e rimane quella di lavorare nell’interesse della nostra comunità e dei nostri referenti sociali. Ringraziamo i nostri rappresentanti in giunta e consiglio per l’impegno e la competenza dimostrate in questi anni. Proporremo pertanto al sindaco e alla maggioranza un confronto su questioni che riteniamo dirimenti per un’amministrazione di centrosinistra lontana da egemonie trasversali o da nuove derive decisioniste di stampo renziano. In base all’esito del confronto con la maggioranza, ma anche con associazioni, movimenti, soggetti politici vicini alle nostre istanze, Prc assumerà negli organismi competenti le decisioni conseguenti». Domani, forse.
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