Riga vuole i danni dal Comune: «Mi ha chiesto soldi non dovuti»
L’ex vicesindaco cita in giudizio l’ente che gli aveva intimato un risarcimento per danno erariale Si va in tribunale per l’annullamento dell’atto di precetto e la condanna dell’amministrazione
L’AQUILA. L’ex vicesindaco Roberto Riga chiede i danni al Comune che avrebbe avviato contro di lui una controversia temeraria.
Tutto nasce da una condanna in primo grado inflitta a Riga dalla Corte dei Conti per un risarcimento a favore dell’amministrazione per 40mila euro. Una condanna che da Riga è stata appellata con notifica all’ente fatta all’inizio del 2015.
Ma il Comune ha notificato un atto di precetto per avere quella somma.
Nel ricorso al giudice civile dell’avvocato di Riga, Cesidio Gualtieri, si precisa che il regime di esecutività delle sentenze contabili è disciplinato da un articolo che prevede in modo chiaro che «il ricorso alle sezioni giurisdizionali centrali sospende l’esecuzione della sentenza impugnata». Inoltre, sempre secondo il ricorso di Gualtieri, si ricorda che la giurisprudenza delle sezioni unite della Corte dei Conti ha ribadito l’effetto sospensivo dell’appello confermando altre previsioni in tal senso.
Pertanto, essendo pendente l’appello a Roma, cosa ben nota all’ente per avere ricevuto la notifica dell’atto di gravame, «va da sé che l’amministrazione comunale non abbia titolo per agire in via esecutiva».
Unitamente alla declaratoria di nullità dell’atto di precetto, si chiede «la condanna dell’amministrazione comunale al risarcimento dei danni per lite temeraria avendo essa intimato un precetto senza avere titolo di legge e senza, per giunta, notificare il sedicente titolo esecutivo».
La Procura regionale aveva contestato all’ex vicesindaco Riga l’inerzia come responsabile del settore nell’eseguire le sentenze del Tribunale amministrativo regionale, in particolare sulle «aree bianche», quelle con vincolo urbanistico decaduto che per anni non erano state normate nuovamente, restando bloccate.
I proprietari avevano fatto ricorso al Tribunale amministrativo regionale che prima chiese al Comune di provvedere e poi, dopo il silenzio dell’ente, nominò commissari (tra il 2010 e il 2012) per dare a questi terreni una nuova destinazione urbanistica.
Riga si era giustificato spiegando di aver seguito una «strategia politica» per raggiungere una pianificazione complessiva e non a macchia di leopardo attraverso una norma generale. Ma il 28 ottobre dello scorso anno fu condannato a pagare la somma.
Una vicenda, comunque, pendente in appello e dunque in attesa di un verdetto definitivo.
Nel ricorso non se ne parla, ma sembra che questa prassi di chiedere i danni prima che il giudizio contabile venga accertato con sentenza passata in giudicato sia stata applicata, finora, soltanto nei confronti di Riga.
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