Ritrovate le opere rubate dopo il sisma 

Le cinque pale sottratte nelle chiese terremotate di Capestrano e Scoppito erano nelle ville dei vip sulla costa amalfitana

L’AQUILA. Le chiese aquilane sono state saccheggiate dopo il terremoto da una raffica di furti di opere d’arte talvolta commissionati da collezionisti senza scrupoli. Le incursioni nei luoghi di culto inagibili sono state tante. Ora, però, alcuni capolavori trafugati nelle chiese di Scoppito e Capestrano, sono stati ritrovati dai carabinieri in cinque ville della costiera amalfitana.
LE OPERE. Complessivamente le opere d’arte rubate e ora ritrovate in varie parti d’Italia sono 37, ma quelle prese nelle chiese aquilane sono cinque pale d’altare. Si tratta, più in particolare, della “Presentazione di Gesù al tempio”, opera risalente al 18esimo secolo, rubata prima del 2012 dalla chiesa di San Nicola a Capestrano. Nella stessa chiesa è stato rubato, prima del 2012, “La Madonna con Gesù Bambino, angeli e anime del purgatorio tra le fiamme”, opera del 18esimo secolo. Anche in questo caso il furto è stato commesso prima del 2012. Nella stessa epoca era stata presa la “Madonna del rosario con bimbi e santi», realizzata nel 18esimo secolo. Nella chiesa di San Giacomo Apostolo di Scoppito, tra il 2012 e il 2013, furono rubate la “Madonna del rosario”, realizzata nel 1531 e “Anime sante del Purgatorio”, del 17esimo secolo, portata via nello stesso periodo.
L’INDAGINE. Le opere, dunque, sono state ritrovate nelle residenze di un imprenditore italiano e sono state sequestrate dal Comando carabinieri tutela patrimonio culturale attraverso un'attività investigativa che è durata oltre un anno. Le opere sono state rubate da abitazioni private e chiese attraverso 16 furti diversi, effettuati negli ultimi 20 anni in varie province italiane. Tra le 37 opere recuperate, di epoca compresa tra il XVI e XX secolo, spicca – oltre a quelle prese nelle chiese chiuse al culto nell’Aquilano – anche un dipinto attribuito a Guido Reni, bolognese, uno dei più noti pittori e incisori del 1600, raffigurante “Cristo che prega nell'orto”, sottratto nell'agosto del 2012 a una famiglia nobiliare napoletana. Inoltre, sono degne di nota due tavole del XVI secolo, parte del polittico della chiesa di “San Rocco” di Formia dell'artista potentino Girolamo Stabile.
VILLA A POSITANO. «L'imprenditore», ha sottolineato Luigi Alberto Cannavale, procuratore aggiunto presso il tribunale di Salerno che coordina le indagini, «possiede case su tutto il territorio italiano, tra cui una nel Comune di Positano dove sono state ritrovate alcune delle opere. Si tratta di un amante dell'arte con una collezione di oltre 500 dipinti, di cui 37 sono risultate di provenienza illecita. Al momento non è possibile svelare l'identità del soggetto perché stiamo ancora valutando se l'interessato fosse a conoscenza o meno della provenienza delle opere».
Le opere rubate erano state posizionate «nelle residenze che l'imprenditore affittava per vacanza ai turisti per renderle ancora più attraenti», ha spiegato in una conferenza stampa il tenente colonnello dei carabinieri Nicola Candido. Il decreto di perquisizione e sequestro delle 37 opere d'arte è stato emesso dalla procura della Repubblica di Salerno. Gli ulteriori approfondimenti investigativi hanno permesso di identificare sia personaggi dediti alla ricettazione di opere d'arte antica, sia collezionisti, pronti ad acquistare beni culturali senza verificarne, pur di ampliare la loro raccolta, la lecita provenienza. Il recupero consentirà, a breve, di rendere nuovamente fruibile al pubblico opere d'arte di inestimabile valore storico, artistico e devozionale. «Si tratta complessivamente», ha detto ancora Cannavale, «di un valore economico di decine e decine di milioni. È difficile stimare una quantificazione, visto che non ci sono leggi di mercato che determinano un prezzo definito. Le opere sono in fase di valutazione e saranno poi restituite ai proprietari». Al momento ci sono tre denunciati.
BIONDI RINGRAZIA. «A nome dell’amministrazione», commenta il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, «mi congratulo con i carabinieri per l’importante ritrovamento. Sarebbe bello se nella città che si appresta a ospitare il Nucleo di tutela del patrimonio culturale vi potessero far ritorno anche le opere d’arte recuperate, affinché tutti possano godere di tali bellezze».
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