Rocca di Mezzo, nei luoghi della musica
Ogni estate per 4 mesi il compositore Sergio Calligaris trova ispirazione sull’Altopiano.
ROCCA DI MEZZO. In questa estate terremotata c’è un posto dove il sisma del 6 aprile sembra un ricordo lontano. E’ Rocca di Mezzo, paese immerso nel verde dell’ Altopiano. E’ qui che ha trovato «rifugio» un grande compositore, Sergio Calligaris. Domani alle 21,15 a Rocca di Mezzo (palazzetto dello sport) si ripeterà un evento che ormai è anche una tradizione: il concerto che i Solisti Aquilani e Sergio Calligaris terranno per sostenere l’associazione L’Aquila per la vita che da anni opera nel campo dell’assistenza domiciliare ai pazienti con problemi oncologici. Qualche giorno fa l’ex sindaco di Rocca di Mezzo Giovanni Cocciante mi ha chiamato per invitarmi al concerto e mi ha detto: «Devi però venire qualche giorno prima. Ti voglio far conoscere il maestro Calligaris». Ieri mattina con - ammetto - un po’ di timore reverenziale, sono salito a Rocca di Mezzo. Mentre andavo mi domandavo: che cosa mai potrò chiedere a uno dei più noti e importanti compositori viventi io che, nell’altra storia (quella prima del sisma), con lo stereo della macchina sentivo al massimo le canzoni dei Cugini di Campagna e mi «concedevo», qualche volta, la Nona di Beethoven? Ho parcheggiato a fianco alla piazza principale, mi sono seduto su una panchina e ho finalmente visto un «paese» normale. Gente a passeggio, madri con le carrozzine, negozi aperti, anziani a giocare a carte.
Quel vociare che rincuora. Non che il terremoto non sia arrivato anche a Rocca di Mezzo ma i danni sono molto limitati e la vita, per fortuna scorre serena. Cocciante mi ha portato subito da Sergio Calligaris che mi attendeva nella biblioteca del paese, una delle più belle e fornite d’Abruzzo. Mi aspettavo una persona immersa nei suoi pensieri, magari un po’ snob, con la testa fra le nuvole a immaginare qualche partitura musicale. Nulla di tutto questo. Mi ha messo subito a mio agio: «Se faccio una cosa interessante e questo incontro lo è, per prima cosa stacco il cellulare». Sergio Calligaris è un fiume in piena. A 67 anni si sente uno sportivo. Per lui comporre e suonare sono sì un piacere ma un piacere che si alimenta con la disciplina e con l’allenamento. Il maestro ha scoperto Rocca di Mezzo per caso. Una ventina di anni fa insegnava pianoforte al conservatorio dell’Aquila.
Fra le sue allieve c’era la figlia dell’allora sindaco di Rocca di Mezzo, Fausto Ronconi. Quando il compositore fece sapere che cercava un posto tranquillo e immerso nel verde per trovare meglio l’ispirazione musicale, ecco che la soluzione fu subito trovata: sull’altopiano Sergio Calligaris passa 4 mesi l’anno, da giugno a settembre. La sua giornata inizia alle 4,20 del mattino: si parte con più di un’ora alla tastiera silenziosa (che è un po’ come la cyclette per uno sportivo). Poi colazione, una passeggiata in paese o alla pineta di San Leucio dalla quale si gode un panorama straordinario. Infine il tuffo, non in piscina, ma nella biblioteca di Rocca di Mezzo dove c’è il pianoforte. E’ lì che il maestro ha con lo strumento un rapporto quasi fisico. Fra il verde e il silenzio dell’Altopiano Calligaris ha composto musiche che sono state applaudite in tutto il mondo. Nel 2007 è stata eseguita per la prima volta nella basilica di Loreto «Panis Angelicus» dedicato a Benedetto XVI che non solo l’ha apprezzato ma l’ha anche eseguito privatamente (il Papa come è noto è un ottimo pianista). Domani sera Calligaris suonerà in pubblico, cosa che fa solo quando il concerto ha uno scopo benefico. Anche per questo è un appuntamento da non mancare.
Quel vociare che rincuora. Non che il terremoto non sia arrivato anche a Rocca di Mezzo ma i danni sono molto limitati e la vita, per fortuna scorre serena. Cocciante mi ha portato subito da Sergio Calligaris che mi attendeva nella biblioteca del paese, una delle più belle e fornite d’Abruzzo. Mi aspettavo una persona immersa nei suoi pensieri, magari un po’ snob, con la testa fra le nuvole a immaginare qualche partitura musicale. Nulla di tutto questo. Mi ha messo subito a mio agio: «Se faccio una cosa interessante e questo incontro lo è, per prima cosa stacco il cellulare». Sergio Calligaris è un fiume in piena. A 67 anni si sente uno sportivo. Per lui comporre e suonare sono sì un piacere ma un piacere che si alimenta con la disciplina e con l’allenamento. Il maestro ha scoperto Rocca di Mezzo per caso. Una ventina di anni fa insegnava pianoforte al conservatorio dell’Aquila.
Fra le sue allieve c’era la figlia dell’allora sindaco di Rocca di Mezzo, Fausto Ronconi. Quando il compositore fece sapere che cercava un posto tranquillo e immerso nel verde per trovare meglio l’ispirazione musicale, ecco che la soluzione fu subito trovata: sull’altopiano Sergio Calligaris passa 4 mesi l’anno, da giugno a settembre. La sua giornata inizia alle 4,20 del mattino: si parte con più di un’ora alla tastiera silenziosa (che è un po’ come la cyclette per uno sportivo). Poi colazione, una passeggiata in paese o alla pineta di San Leucio dalla quale si gode un panorama straordinario. Infine il tuffo, non in piscina, ma nella biblioteca di Rocca di Mezzo dove c’è il pianoforte. E’ lì che il maestro ha con lo strumento un rapporto quasi fisico. Fra il verde e il silenzio dell’Altopiano Calligaris ha composto musiche che sono state applaudite in tutto il mondo. Nel 2007 è stata eseguita per la prima volta nella basilica di Loreto «Panis Angelicus» dedicato a Benedetto XVI che non solo l’ha apprezzato ma l’ha anche eseguito privatamente (il Papa come è noto è un ottimo pianista). Domani sera Calligaris suonerà in pubblico, cosa che fa solo quando il concerto ha uno scopo benefico. Anche per questo è un appuntamento da non mancare.