Saba, operai ancora da liquidare

Gli ex dipendenti aspettano dal 2009 il saldo del Tfr e alcune mensilità della cassa integrazione

RAIANO. I lavoratori aspettano dal 2009 l’ultima tranche del Tfr (trattamento di fine rapporto) e gli ultimi mesi di cassa integrazione. Sembra non arrivare a soluzione l’annosa vertenza della Saba, la fabbrica raianese di ceramiche e piastrelle chiusa a dicembre del 2008. Gli ex operai sono in attesa di ricevere, fra le mensilità di cassa integrazione, le somme degli incentivi all’esodo e il Tfr, diverse migliaia di euro ciascuno. Del milione e 200mila euro totale, infatti, resta da liquidare l’ultima tranche da 250mila euro. Sono 72 i lavoratori rimasti a carico dell'azienda (all’inizio erano circa cento, quasi tutti giovani), entrati in mobilità a luglio del 2011, dopo la scadenza della cassa integrazione non rinnovabile. A settembre del 2012 sono state anche sospese le aste programmate per la vendita dello stabilimento alla zona industriale di Raiano. Dopo la prima vendita all’incanto andata deserta a maggio, il collegio dei creditori aveva deciso di rivolgersi a due società internazionali per reperire eventuali compratori. Lo scopo era chiaramente quello di non svendere il capannone, visto che ad ogni tentativo sfumato il prezzo a base d’asta viene ribassato del 20%. Il valore a base d’asta del primo tentativo di vendita era stato fissato su 7 milioni e 300mila euro. Ora i sindacati, dopo i solleciti andati a vuoto nei confronti della proprietà, hanno deciso di scrivere una lettera aperta ai vertici sulmonesi dell’Inps e ai sindaci di Sulmona, Pratola e Raiano. «Dobbiamo tornare a denunciare, nostro malgrado, la scarsa attenzione degli uffici Inps di Sulmona nei confronti di cittadini, ex lavoratori, che vivono il disagio sociale derivante dalla perdita del posto di lavoro», ha detto Maurizio Sacchetta, della Uil. Su questa vicenda chiediamo attenzione alle istituzioni».

Federica Pantano

©RIPRODUZIONE RISERVATA