San Pietro, la chiesa ritrovata Petrocchi: «Vittoria sul sisma» 

Solenne riapertura dell’edificio sacro con la benedizione dell’altare da parte del cardinale arcivescovo Folla per ammirare gli affreschi riemersi nell’area absidale dopo i restauri costati 5 milioni di fondi Cipe

L’AQUILA. Riaperta al culto la chiesa capoquarto di San Pietro a Coppito. Dopo quindici anni dal tremendo terremoto che infierì sulla struttura, danneggiandola in più punti e impedendone la fruizione da parte dei fedeli, ieri alle 11 è stata infatti celebrata la prima messa con rito di benedizione dell’altare da parte del cardinale arcivescovo Giuseppe Petrocchi. Una solenne liturgia a cui hanno preso parte anche il parroco don Francesco Leone, oltre a diversi esponenti del mondo politico, tra i quali l’assessore alla Ricostruzione privata Roberto Tinari in rappresentanza del sindaco Pierluigi Biondi, quello all’Urbanistica Francesco De Santis, l’assessore alla Mobilità urbana Paola Giuliani e il vicepresidente della giunta regionale Emanuele Imprudente. Presenti anche il segretario regionale Mic per l’Abruzzo, Matteo Pisi, e i tecnici del ministero della Cultura, che negli anni si sono avvicendati alla guida dei lavori di ripristino della funzionalità della struttura. Tanti i fedeli assiepati all’interno della chiesa, dove non sono mancati i malori per via del gran caldo.
LA CERIMONIA
La riapertura è stata preceduta dal gruppo storico sbandieratori Città dell’Aquila, che ha accolto l’ingresso in chiesa delle autorità politiche e religiose con un corteo di squilli di trombe e tamburi e in costumi d’epoca, disposto lungo la scalinata di accesso. In apertura di cerimonia, lo stesso cardinale Petrocchi ha voluto ripercorrere la storia del sacro edificio, dalla sua edificazione nella seconda metà del XIII secolo, passando attraverso l’elevazione del suo spazio sacro a capoquarto, e il terremoto del 1703 «abbattutosi con durezza sulla struttura». Cosa che comportò «ampi rimaneggiamenti tra cui quelli ottocenteschi con la costruzione di una cupola e di una nuova facciata», fino alle trasformazioni degli anni 1969-1971, «che intesero riportare la chiesa al suo aspetto medievale. Un altro sisma a noi tristemente noto, ha proseguito Petrocchi, «quello del 6 aprile 2009, procurò gravi danni all’edificio, con il crollo della torre campanaria e di parte della facciata». Cardinale che, a margine dell’excursus, ha quindi definito l’evento «un’ulteriore vittoria sul terremoto», nonché «una conquista di civiltà spirituale, estetica, civile e sociale».
IL RECUPERO
L’intervento di recupero della struttura lo si deve al Segretariato regionale Mic per l’Abruzzo (stazione appaltante), in collaborazione con la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per L’Aquila e Teramo. Passati attraverso un’opportuna strategia di miglioramento sismico grazie all’introduzione di collegamenti tra i diversi elementi strutturali, i lavori hanno restituito alla chiesa il suo aspetto originale. Con qualcosina in più di non poco conto. Nel corso delle lavorazioni sono state infatti rinvenute tracce di affreschi nell’area absidale, tra cui la rappresentazione di una Madonna con il Cristo morto, a oggi apprezzabile sulla parete laterale di sinistra rispetto all’altare. Ma anche una Pietà vicino al portale d’ingresso. Molto delicate sono state, poi, le operazioni di restauro della facciata, con la ricostruzione della porzione sommitale, crollata, in muratura di mattoni. Una fase preliminarmente anticipata da una dettagliata opera di catalogazione di tutti gli elementi lapidei del rivestimento allo scopo di poterli ricollocare laddove si trovavano in origine. Lavori avviati nell’agosto 2014 per un finanziamento di oltre 5 milioni di fondi Cipe.
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