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Sant’Antonio, gestione bosco un modello da seguire
PESCOCOSTANZO. Il bosco di Sant’Antonio: le esigenze di tutela del patrimonio naturale, ma anche l’uso antropico del paesaggio, dalla domanda turistica alle attività locali zootecniche e agricole....
PESCOCOSTANZO. Il bosco di Sant’Antonio: le esigenze di tutela del patrimonio naturale, ma anche l’uso antropico del paesaggio, dalla domanda turistica alle attività locali zootecniche e agricole. Un equilibrio difficile quello che da secoli vige nell'area paesaggistica insignita lo scorso anno del Premio “Carlo Scarpa” per il giardino dalla “Fondazione Benetton” di Treviso, ma anche una sfida per il futuro e lo studio di un modello che possa funzionare non solo per l’area protetta abruzzese, ma anche per analoghe realtà naturali. Se ne è parlato a Pescocostanzo, nel corso del convegno che si pone a conclusione dell’anno dedicato al Bosco: il conferimento del Premio Scarpa all’area naturalistica abruzzese, infatti, ha significato anche la nascita di una sorta di cantiere scientifico, voluto dal Comune e dal sindaco di Pescocostanzo, Pasqualino Del Cimmuto, con la vicinanza dell’illustre pescolano Francesco Sabatini, presidente onorario dell’Accademia della Crusca.
“Pascoli, boschi, beni comuni di Pescocostanzo. Regole e prospettive di una civiltà contadina di lunga durata” il tema del convegno organizzato a sei mani da Comune, Dipartimento di Agricoltura e Foreste dell’Università di Firenze, coordinata da Mauro Agnoletti con Luigi Hermanin, e da Fondazione Benetton Studi Ricerche, coordinata da Domenico Luciani con Patrizia Boschiero. Si è parlato della storia del bosco, ma anche della sua economia agro-silvo-pastorale e della presenza umana nel bosco. Studiosi, amministratori e operatori economici si sono riuniti per mettere sul tavolo le loro esperienze. «Sono stati tanti e interessanti gli spunti e le riflessioni nate dal convegno», spiega il sindaco Del Cimmuto, «e certamente il cuore della discussione è ruotato intorno alla necessità di un equilibrio tra vincoli di tutela delle aree protette e la sua apertura al territorio, all’uomo e alle sue esigenze. Il Bosco da sempre ha trovato la sua specificità nella presenza dell’uomo al suo interno, pertanto bisogna riflettere in questo senso e considerare che tutela non significa necessariamente imposizione di vincoli assoluti». «Questo convegno, così come gli studi che sono cresciuti dopo il Premio Scarpa», aggiunge il vicesindaco Carlo Rainaldi, «ci hanno portati a una consapevolezza sulla grande realtà che è il bosco di Sant’Antonio, non solo dal punto di vista naturalistico, ma anche culturale e antropico». Il convegno di Pescocostanzo non vuole però essere fine a se stesso. «Siamo stati invitati, con il professor Agnoletti dell’Università di Firenze», aggiunge Rainaldi, «a presentare in commissione europea a Bruxelles la realtà e la gestione del bosco, così come emerso anche nel corso del convegno».
Annalisa Civitareale
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