Scandalo Case, Cialente scrive a Napolitano e Renzi

Il primo cittadino infuriato: «L’assistenza alla popolazione la faccia il prefetto Nessuno pensi di scaricare sul Comune responsabilità per edifici di cartapesta»

L’AQUILA. Entro oggi verrà completato lo sgombero degli appartamenti di via Volonté a Cese di Preturo, quelli della piastra 19 dove, oltre al crollo di un balcone, sono emersi gravi danni strutturali. Una ventina gli appartamenti da svuotare che si aggiungono ai tre già lasciati nei giorni scorsi da altrettante famiglie che avevano chiesto e ottenuto altri alloggi. Uno sgombero accelerato dalla relazione che la Procura – sulla scorta di un primo rapporto del nucleo di polizia giudiziaria della Forestale che sta eseguendo il sequestro degli 800 balconi realizzati con legno marcio – ha inviato al Comune. Nonché dalla «chiamata» del prefetto Francesco Alecci, tesa a conoscere le intenzioni del Comune rispetto a questa nuova emergenza. Così è scattato lo sgombero e il trasferimento consensuale delle famiglie in altri appartamenti del Progetto Case. Ma il sindaco Massimo Cialente, non ricevendo segnali dal governo, su questo che non ha esitato a definire «uno scandalo internazionale», ha scritto una lettera al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e al premier Matteo Renzi per spiegare il dramma di una città costretta a subire un nuovo terremoto. Quello delle case antisismiche probabilmente da demolire, perché realizzate con materiali scadenti e con gravi difetti strutturali, tali da non garantire la sicurezza degli sfollati a cui erano state assegnate. Cialente è tornato a chiedere risorse e personale per poter fronteggiare questa nuova emergenza. Una richiesta avanzata ieri anche nella riunione avuta con il responsabile della Struttura tecnica di missione Aldo Mancurti e inserita negli emendamenti da apportare al decreto Sblocca Italia. «In mancanza di risposte positive noi passeremo l’intero pacchetto del Progetto Case e Map al Provveditorato alle opere pubbliche e lasceremo che sia il prefetto ad occuparsi dell’assistenza alla popolazione», ha dichiarato il sindaco Cialente. «Ma stiano tutti tranquilli, perché potranno avere in dote anche il personale del concorsone di cui, a quel punto, potremo fare a meno. Qui c’è qualcuno che vuole scaricare sul Comune il problema dei gravissimi difetti strutturali che stanno purtroppo emergendo nelle new town. La Forestale è venuta a chiedere nomi e indirizzi di chi, al Comune, si è occupato in questi mesi del Progetto Case. Ma i crolli e le criticità strutturali non sono certo imputabili a una carenza di manutenzione. È vergognoso pensare di scaricare il problema, e magari anche qualche avviso di garanzia, sul Comune e non sulla stazione appaltante (l’allora presidenza del Consiglio e la Protezione civile) che ha tra l’altro chiuso i collaudi appena 3 anni fa. A Roma devono sapere che siamo pronti a tutto. E ora più che mai vogliamo una commissione parlamentare d’inchiesta su tutto ciò che è accaduto, dal terremoto a oggi. Il Paese deve conoscere la verità e sapere che non c’è un “Sistema L’Aquila” del malaffare».

Ma intanto, dal governo e dalla Protezione civile, non arrivano segnali e neppure le scuse richieste da Cialente, che avverte: «Speriamo di non dover sgomberare altri edifici, altrimenti toccherà alla Protezione civile trovare nuovi alloggi per i nostri sfollati».

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