la polemica 

Scanno è senza il medico Il Pd: «Una vergogna» 

SCANNO. «Aver lasciato gli scannesi senza medico è una vergogna». Non usa mezzi termini il coordinatore del Partito democratico a Scanno per addebitare ai vertici Asl la responsabilità di non aver...

SCANNO. «Aver lasciato gli scannesi senza medico è una vergogna». Non usa mezzi termini il coordinatore del Partito democratico a Scanno per addebitare ai vertici Asl la responsabilità di non aver garantito ai residenti il proseguimento dell’assistenza sanitaria dopo il pensionamento della dottoressa Mara Di Renzo. «Siamo in mano a nessuno» commenta Cesidio Giansante «dal momento che ancora una volta questo paese viene penalizzato anche nei servizi più importanti. Mi auguro che chi amministra Scanno faccia sentire forte la voce di protesta verso i vertici della Asl. In nove mesi si è riusciti a produrre il vaccino contro il virus del secolo ma in Abruzzo non siamo riusciti a nominare un sostituto di un medico di base». Da ieri circa 1.300 cittadini a Scanno si trovano senza un medico. Già da qualche giorno si stanno adoperando per trovare un altro medico nel distretto sanitario, ma in paese sono in tanti a protestare e puntare il dito contro la Asl per non aver ricevuto indicazioni su come cambiare medico. «Solo a marzo prossimo sarà pubblicata la cosiddetta Zona carente» aggiunge Giansante «che non è altro che un bando pubblico per la nomina di un medico che avrà l'obbligo di aprire un ambulatorio a Scanno. Se questa Zona carente verrà pubblicata a marzo si può ipotizzare, almeno secondo gli addetti ai lavori, che il nuovo medico arriverà in paese solo dopo l’estate. Questa è una vergogna».
A Scanno la maggior parte degli abitanti è anziana e questo crea maggiori difficoltà.
«Scanno, come tutti i paesi montani, hanno bisogno di rispetto e di avere i servizi fondamentali» conclude il coordinatore Pd scannese «altrimenti è inutile riempirsi la bocca di retorica parlare di spopolamento delle zone interne».
Intanto, il Comune ha inoltrato formale richiesta alla Asl perché venga assegnato al più presto l’incarico provvisorio a un medico di medicina della zona. (m.lav.)