GRAN SASSO
Scoperta nuova specie animale sul Calderone
Appartenente ai collemboli, piccoli insetti a cui appartengono le "pulci dei ghiacciai", è già a rischio estinzione. Lo studio è stato condotto dall'università dell'Aquila e dalla Statale di Milano
L'AQUILA. Una specie animale nuova per la scienza, che appena scoperta è già a forte rischio di estinzione. Si tratta di una specie appartenente ai collemboli, piccoli animali simili a insetti a cui appartengono le cosiddette "pulci dei ghiacciai". Trovata sul ghiacciaio del Calderone, nel Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, in Abruzzo, è stata denominata "Desoria calderonis" proprio per associare al nome il luogo nel quale è stata individuata e di cui è probabilmente esclusiva.
E' stata scoperta e descritta grazie ad uno studio condotto sul ghiacciaio e coordinato dall'Università Statale di Milano e dall'Università dell'Aquila. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista scientifica internazionale European Journal of Taxonomy. A condurre la ricerca è stato un team coordinato da Marco Caccianiga e Barbara Valle, dell'Università Statale di Milano, e da Michele Di Musciano, dell'Università dell'Aquila, che ha coinvolto un gruppo di studiosi delle università di Milano, L'Aquila e Siena. Il lavoro svolto sul campo è stato impegnativo e particolarmente complesso e si è avvalso del prezioso supporto
del Rifugio Franchetti.
"Questo piccolo animale - spiegano gli studiosi - si è rivelato essere esclusivamente legato al poco ghiaccio coperto da detrito che ora costituisce quel che rimane del Ghiacciaio, in via di rapida scomparsa a causa del riscaldamento climatico. Appena scoperta, è quindi già fortemente a rischio d'estinzione nel prossimo futuro, insieme ad altre specie ancora da scoprire. Questi studi sono essenziali per fornire nuove conoscenze sul rischio di estinzione delle specie in seguito ai cambiamenti climatici, essenziali per indirizzare le politiche di gestione e conservazione della biodiversità. Inoltre, forniranno informazioni utili su scala globale, in quanto gli ambienti di alta quota sono da tempo riconosciuti come delle vere e proprie sentinelle dei cambiamenti climatici", concludono.