Scoperti con 54 chili di radici di genziana

La Forestale ha denunciato sei aquilani bloccati a Monte Ocre nel parco Sirente-Velino

L’AQUILA. Sei persone sono nei guai dopo essere state bloccate da alcuni agenti del Corpo forestale dello Stato mentre stavano trasportando un ingente quantitativo di radici di genziana.

Il fatto si è verificato nella tarda mattinata di domenica scorsa quando gli agenti della Forestale hanno sorpreso queste persone nella zona di Monte Ocre. Un fatto che assume un certo significato per il quantitativo, visto che si tratta di oltre cinquanta chilogrammi di genziana ma c’è anche la considerazione che tutto è avvenuto all’interno dell’area protetta del parco Sirente-Velino, cosa che aumenta la gravità del reato.

Gli agenti hanno ovviamente sequestrato tutto il quantitativo di genziana e hanno chiesto e ottenuto le generalità delle persone sorprese. Secondo quanto si è appreso si trattava di due gruppi diversi, uno di due persone e l’altro di quattro ma che ora sono accomunati dallo stesso destino. Gli atti sono stati poi portati alla procura della Repubblica per la notifica delle informazioni di garanzia. L’impressione è che i sospettati abbiano agito a cuor leggero e che non si aspettassero l’arrivo dei forestali; è verosimile che dietro il loro blitz ci sia stata una soffiata che, se non altro, è servita a salvaguardare questa specie vegetale protetta di cui da anni è vietata la raccolta. Nei prossimi giorni, se lo riterranno opportuno, gli indagati, assistiti dall’avvocato Guglielmo Santella, potranno chiedere di essere interrogati o fornire le loro versioni dei fatti. Sono innumerevoli gli impieghi della genziana. Difatti le radici sono usate per la preparazione di liquori tonici. La genziana, inoltre, è utilizzata come aromatizzante, negli amari e nelle bibite analcoliche. Diverse specie di genziane sono utilizzate da tempo immemorabile come piante medicinali.

Non è la prima volta che negli ultimi tempi vengono sorprese delle persone a estirpare piante in area protetta. Tre uomini, infatti, sono stati di recente scoperti e denunciati dopo essere stati fermati all’interno del Parco Gran Sasso-Laga con 1800 fiori di genepì. Le piante, su ordine del magistrato, sono state assegnate all’Ateneo aquilano nella speranza di poterle recuperare e far attecchire.

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