L'Allarme
Scovate 1.600 tonnellate di rifiuti tossici nella Marsica
Carichi provenienti dalle regioni del Sud, quello di Luco dei Marsi è il secondo deposito sequestrato in pochi giorni. Avanza la paura per eventuale immondizia sotterrata
LUCO DEI MARSI. Un vero e proprio traffico clandestino di rifiuti tossici industriali provenienti dalle regioni del Sud e diretti nella Marsica, come fosse una gigantesca pattumiera naturale. È lo scenario che emerge dall’inchiesta della Procura di Avezzano che ha portato a scoprire un altro maxi deposito con 1.600 tonnellate di materiale pericoloso, il secondo nel giro di pochi giorni dopo il sequestro di due camion sospetti carichi di rifiuti eseguito dalle Fiamme gialle.
Gli uomini del Corpo forestale dello Stato, infatti, durante un’operazione del comando provinciale, hanno scoperto il deposito all’interno di un capannone alla periferia di Luco dei Marsi, in una zona a ridosso di aree agricole e industriali non molto distante dal territorio comunale di Avezzano. Da una prima valutazione il materiale stoccato in grandi balle potrebbe provenire da attività industriali delle regioni meridionali.
Nella Marsica, infatti, questo tipo di reato appare sempre più frequente e sembra agevolato sia dai collegamenti viari – vista la vicinanza con la provincia di Frosinone e con la Campania – sia dalla presenza in zona di numerosi capannoni industriali ormai in disuso e in gran parte abbandonati. Anche nei giorni scorsi la Forestale e la Finanza hanno fermato e sequestrato due tir che trasportavano rifiuti e sequestrato un altro capannone con un centinaio di tonnellatte di rifiuti tossici. L’inchiesta è coordinata dal pubblico ministero Vincenzo Barbieri della Procura di Avezzano. Al momento non ci sono indagati, ma l’impressione è che il cerchio si stia stringendo. Nei prossimi giorni, in collaborazione con l’Arta (Agenzia regionale per la tutela ambientale), sarà eseguito il materiale. Sono in corso da diversi giorni anche gli accertamenti chimici sul carico dei tir ma i risultati ancora non sono stati resi noti.
Le indagini continuano per cercare di individuare la provenienza dei rifiuti e gli autori dello smaltimento illegale che potrebbe avvenire tramite il seppellimento di centinaia di tonnellate.
«Non può escludersi che nella zona siano presenti altri siti o capannoni adibiti a questo tipo di attività illegale» ha affermato il comandante provinciale della Forestale, Nevio Savini, «per questo motivo abbiamo rafforzato i servizi».
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