Scuola, fondi dirottati sull’edilizia
I sindacati infuriati: con i tagli al personale persi 1.636 posti di lavoro.
L’AQUILA. Per la scuola d’Abruzzo i sindacati avevano chiesto il blocco degli organici, come avvenuto in Umbria e Marche dopo il terremoto del 1997. Una richiesta condivisa dal direttore scolastico regionale Carlo Petracca e contenuta anche in un documento approvato dal consiglio regionale. Il ministero dell’Istruzione è andato avanti con i tagli - 1.636 posti in meno tra docenti e personale Ata - ma ha stanziato circa 20 milioni di euro, per sostenere la ripresa dell’attività didattica, soprattutto nelle zone colpite dal sisma. «Fondi ora scippati», gridano a poco più di un mese dalla riapertura delle scuole i rappresentanti del Comitato sindacale permanente, che riunisce Flc-Cgil, Cisl-Scuola, Uil-Scuola, Snals-Confsal e Fed.Gilda-Unams. I 20 milioni di euro per il personale sono stati infatti dirottati a suon di ordinanze verso l’edilizia scolastica: serviranno per realizzare i Musp, i moduli ad uso scolastico provvisorio, che sostituiranno, nel territorio aquilano e in altri comuni individuati da Bertolaso, gli istituti risultati inagibili.
I SINDACATI. Tutte le sigle sono insorte: hanno già scritto al ministro Gelmini, sollecitando un intervento del premier Berlusconi e del ministro Tremonti. Si è mosso anche il presidente della Regione, Gianni Chiodi, con pressioni sul governo per reperire altre risorse. Ma intanto il tempo passa: il 21 settembre suonerà la campanella per tutti gli studenti della regione e l’ufficio scolastico regionale deve fare i conti con una pesante carenza di personale. L’effetto immediato dei tagli imposti dalla riforma Gelmini e dello «scippo» dei finanziamenti che avrebbero dovuto tamponare la situazione, è che circa 500 precari, tra docenti e personale Ata, rischiano, per il prossimo anno scolastico, di non lavorare. «Ma non solo», dice Paola Bonifaci, segretario regionale Flc-Cgil. «Se la situazione non cambia, oltre alla perdita di 500 posti di lavoro, non si riuscirà a garantire servizi essenziali, come l’ampliamento dell’offerta formativa nelle zone terremotate, oppure la pulizia delle scuole. Il governo deve capire che la dignità della ricostruzione passa in primis attraverso il lavoro. E che l’istituzione scolastica, per ripartire, ha bisogno di edifici, ma anche di personale adeguato». I numeri illustrati ieri dai sindacati disegnano bene la situazione: a fronte di 1.636 tagli all’organico per il 2009-2010, in Abruzzo ci sono stati 1.945 pensionamenti e 202 esuberi. Le immissioni in ruolo saranno solo 355. «I 36 milioni di euro riferiti al triennio 2009-2011, stanziati dalla Gelmini per la scuola abruzzese dopo il sisma», concludono i sindacati, «erano comunque insufficienti per risolvere il problema degli organici. Ora ci hanno tolto anche la prima trance di 20 milioni. Difficilmente, se le cose non cambiano, ci saranno a settembre le condizioni per far funzionare le scuole».
DIRETTORE PETRACCA. Sulla stessa linea d’onda l’ufficio scolastico regionale. «Questi tagli che investiranno moltissimi precari», spiega il direttore Carlo Petracca, «rappresentano un grave danno al sistema scolastico abruzzese, che il prossimo anno potrebbe avere delle disfunzioni. Nonostante il terremoto, la regione è stata trattata come tutte le altre». Petracca, nei giorni immediatamente successivi al sisma, aveva richiesto al ministero di congelare l’organico della scuola abruzzese, evitando quindi il taglio di mille docenti e 400 ata (ex bidelli e segretari). La richiesta è stata tuttavia bocciata dal ministero dell’Economia perché sarebbe costata 45milioni di euro. In «cambio» è stato destinato alla scuola abruzzese un fondo straordinario che prevede l’erogazione di 19,4 milioni di euro per il 2009, 14 per il 2010 e due per il 2011. «Speravamo di poter utilizzare queste risorse per salvare almeno una parte dei posti di lavoro», continua Petracca, «ma un’ordinanza ministeriale ha dirottato i fondi esclusivamente sulle strutture scolastiche, impedendo di fatto che questi possano essere utilizzati a favore di personale docente e non». Una decisione che non è piaciuta all’ufficio scolastico che ha riaperto la trattativa con il ministero dell’Istruzione. «La Gelmini ci ha assicurato che cercherà di recuperare i fondi per i docenti, in modo da innalzare la qualità della scuola abruzzese», spiega Petracca, «spero sinceramente che ci riesca, altrimenti per la regione si tratterà di un’occasione perduta». Il direttore ha anche scritto formalmente al ministro dicendo che la destinazione dei fondi al personale docente è «una condizione essenziale per far ripartire il sistema scolastico abruzzese» e ha allegato un piano di utilizzo delle risorse.
LE ASSUNZIONI. Intanto, nei giorni scorsi, il ministero ha diffuso i dati ufficiali sulle immissioni in ruolo. In Abruzzo saranno in totale 355, di cui 183 tra il personale Ata, 105 nel sostegno e 66 per i docenti. Queste ultime saranno così suddivise: 49 nella scuola dell’infanzia (sei all’Aquila, 20 a Chieti, 13 a Pescara e 10 a Teramo); una sola per la primaria (a Chieti); 12 alle medie (tre a Chieti, tre all’Aquila, quattro a Pescara e due a Teramo); 5 alle superiori (due a Chieti, una a Pescara, due a Teramo e nessuna all’Aquila) e 105 sul sostegno (34 a Chieti, 18 all’Aquila, 27 a Pescara e 26 a Teramo).
I SINDACATI. Tutte le sigle sono insorte: hanno già scritto al ministro Gelmini, sollecitando un intervento del premier Berlusconi e del ministro Tremonti. Si è mosso anche il presidente della Regione, Gianni Chiodi, con pressioni sul governo per reperire altre risorse. Ma intanto il tempo passa: il 21 settembre suonerà la campanella per tutti gli studenti della regione e l’ufficio scolastico regionale deve fare i conti con una pesante carenza di personale. L’effetto immediato dei tagli imposti dalla riforma Gelmini e dello «scippo» dei finanziamenti che avrebbero dovuto tamponare la situazione, è che circa 500 precari, tra docenti e personale Ata, rischiano, per il prossimo anno scolastico, di non lavorare. «Ma non solo», dice Paola Bonifaci, segretario regionale Flc-Cgil. «Se la situazione non cambia, oltre alla perdita di 500 posti di lavoro, non si riuscirà a garantire servizi essenziali, come l’ampliamento dell’offerta formativa nelle zone terremotate, oppure la pulizia delle scuole. Il governo deve capire che la dignità della ricostruzione passa in primis attraverso il lavoro. E che l’istituzione scolastica, per ripartire, ha bisogno di edifici, ma anche di personale adeguato». I numeri illustrati ieri dai sindacati disegnano bene la situazione: a fronte di 1.636 tagli all’organico per il 2009-2010, in Abruzzo ci sono stati 1.945 pensionamenti e 202 esuberi. Le immissioni in ruolo saranno solo 355. «I 36 milioni di euro riferiti al triennio 2009-2011, stanziati dalla Gelmini per la scuola abruzzese dopo il sisma», concludono i sindacati, «erano comunque insufficienti per risolvere il problema degli organici. Ora ci hanno tolto anche la prima trance di 20 milioni. Difficilmente, se le cose non cambiano, ci saranno a settembre le condizioni per far funzionare le scuole».
DIRETTORE PETRACCA. Sulla stessa linea d’onda l’ufficio scolastico regionale. «Questi tagli che investiranno moltissimi precari», spiega il direttore Carlo Petracca, «rappresentano un grave danno al sistema scolastico abruzzese, che il prossimo anno potrebbe avere delle disfunzioni. Nonostante il terremoto, la regione è stata trattata come tutte le altre». Petracca, nei giorni immediatamente successivi al sisma, aveva richiesto al ministero di congelare l’organico della scuola abruzzese, evitando quindi il taglio di mille docenti e 400 ata (ex bidelli e segretari). La richiesta è stata tuttavia bocciata dal ministero dell’Economia perché sarebbe costata 45milioni di euro. In «cambio» è stato destinato alla scuola abruzzese un fondo straordinario che prevede l’erogazione di 19,4 milioni di euro per il 2009, 14 per il 2010 e due per il 2011. «Speravamo di poter utilizzare queste risorse per salvare almeno una parte dei posti di lavoro», continua Petracca, «ma un’ordinanza ministeriale ha dirottato i fondi esclusivamente sulle strutture scolastiche, impedendo di fatto che questi possano essere utilizzati a favore di personale docente e non». Una decisione che non è piaciuta all’ufficio scolastico che ha riaperto la trattativa con il ministero dell’Istruzione. «La Gelmini ci ha assicurato che cercherà di recuperare i fondi per i docenti, in modo da innalzare la qualità della scuola abruzzese», spiega Petracca, «spero sinceramente che ci riesca, altrimenti per la regione si tratterà di un’occasione perduta». Il direttore ha anche scritto formalmente al ministro dicendo che la destinazione dei fondi al personale docente è «una condizione essenziale per far ripartire il sistema scolastico abruzzese» e ha allegato un piano di utilizzo delle risorse.
LE ASSUNZIONI. Intanto, nei giorni scorsi, il ministero ha diffuso i dati ufficiali sulle immissioni in ruolo. In Abruzzo saranno in totale 355, di cui 183 tra il personale Ata, 105 nel sostegno e 66 per i docenti. Queste ultime saranno così suddivise: 49 nella scuola dell’infanzia (sei all’Aquila, 20 a Chieti, 13 a Pescara e 10 a Teramo); una sola per la primaria (a Chieti); 12 alle medie (tre a Chieti, tre all’Aquila, quattro a Pescara e due a Teramo); 5 alle superiori (due a Chieti, una a Pescara, due a Teramo e nessuna all’Aquila) e 105 sul sostegno (34 a Chieti, 18 all’Aquila, 27 a Pescara e 26 a Teramo).