Sedi tribunali, da Avezzano critiche al sindaco Cialente
Gli avvocati marsicani: «Il nostro tribunale non dev’essere spostato all’Aquila» Ranaldi: il primo cittadino pensi alla ricostruzione e non si occupi di accorpamenti
L’AQUILA. La proposta del sindaco di realizzare un’ala nei pressi del palazzo di giustizia in fase di restauro, da destinare agli uffici giudiziari di Avezzano e Sulmona, ha fatto insorgere la classe forense marsicana.
Se ne è reso interprete, in modo ufficiale, il presidente dell’Ordine degli Avvocati di Avezzano Sandro Ranaldi, a nome dell’intero Foro, il quale giudica «del tutto inopportuna la proposta del sindaco Massimo Cialente».
L’avvocato Ranaldi ricorda che «allo stato attuale il tribunale di Avezzano, così come quello di Sulmona, non è chiuso, ma perfettamente funzionante e auspica che la scellerata decisione che ne prevede la chiusura dal 2018 possa essere modificata».
«È peraltro ancora pendente», ricorda il presidente, «una richiesta di referendum abrogativo proposta dalla Regione Abruzzo e da altre Regioni avverso la riforma della geografia giudiziaria e si è in attesa che la Corte di Cassazione si pronunci sull’ammissibilità della stessa; inoltre nelle prossime settimane si discuterà davanti al Tar Abruzzo un ricorso proposto dall’Ordine degli Avvocati di Avezzano avverso la chiusura».
«Certamente inopportuna», dice Ranaldi, «è questa sorta di fuga in avanti del sindaco dell’Aquila, privo di qualsiasi competenza in materia di geografia giudiziaria, che non si capisce bene perché si preoccupi di accelerare e favorire la chiusura degli uffici giudiziari marsicani e peligni e il trasferimento degli stessi all’Aquila, quando la loro sorte è ancora da decidere. Non spetta al sindaco dell’Aquila dire che la data del previsto accorpamento dei tribunali è inderogabile: anzi ci aspetteremmo che il sindaco dell’Aquila fosse solidale con le città di Avezzano e Sulmona e si battesse per evitare tale chiusura».
«Cialente», aggiunge, «si preoccupi di spendere i fondi disponibili per la ricostruzione del tribunale dell’Aquila e degli altri edifici, pubblici e privati, del capoluogo e lasci stare il tribunale di Avezzano, che sta bene dove è ora, che è perfettamente funzionante grazie all’opera degli avvocati, magistrati e personale di cancelleria. Tanto è vero che è previsto l’imminente arrivo di un secondo altro magistrato ed è stato messo a concorso il posto di procuratore della Repubblica: questo a dimostrazione che il territorio marsicano deve mantenere il suo presidio di legalità. Sarebbe comunque deprecabile, nell’ipotesi denegata in cui si arrivasse alla chiusura dei tribunali di Avezzano e Sulmona, confinare gli avvocati marsicani e peligni in “ale separate”, in “corpi aggiunti” degli uffici giudiziari, ponendo in essere anche una palese disparità di trattamento».
Al di là di questa recente polemica la classe forense marsicana, quella peligna e anche un giudice di Sulmona si sono sempre opposti a tale ipotesi visto che, a loro dire, il risparmio per la collettività sarebbe davvero scarso e i costi per chi cerca giustizia salirebbero al punto da rendere talvolta inevitabile la rinuncia a ricorsi e denunce.
Intanto c’è malumore, tra gli avvocati aquilani e il personale di cancelleria, per la mancata riapertura del palazzo di giustizia visto che i lavori di restauro vanno a passo di lumaca.
Domani ci sarà, al riguardo, un consiglio comunale ma per ora la riconsegna di quei locali è ancora molto lontana nel tempo.
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