Sensori elettronici per far riaprire l’eremo di Celestino
Iezzi: inserire il progetto nel Piano di assesto idrogeologico Il Parco della Majella chiede il parere al Comune di Sulmona
SULMONA. Far uscire i luoghi celestiniani del Morrone da un “eremitaggio” certamente non voluto, quello che li tiene lontani, da ormai due anni, dai visitatori. Se ne parla da tempo, forse troppo e, almeno finora, invano. Ieri a riportare l’attenzione sulla chiusura dell’eremo di fra’ Pietro Angelerio ci ha pensato il commissario straordinario del Parco della Majella, Franco Iezzi. È stata illustrata la sua idea progettuale che potrebbe consentire – previo ok del Comune di Sulmona – la riapertura del sito (chiuso con ordinanza sindacale nel maggio 2010 per pericolo di caduta massi, ndc) in tempi rapidi. «Si tratta», ha spiegato, «di una soluzione che prevede l’installazione di un sistema di sensori, posizionati in punti ben determinati sulle rocce dell’area considerata a rischio, che consente di monitorare e segnalare eventuali movimenti di masse rocciose e, quindi, di procedere in anticipo alla chiusura degli accessi all’eremo». Tecnicamente si tratta di un impianto di controllo mediante telemetria a banda ottica che, al primo movimento delle rocce, comunica ad una centralina e, quindi, ad altre periferiche (come pc, cellulari), l’allarme, facendo scattare sistemi di chiusura dei luoghi. Praticamente bisogna fare in fretta. «Dalle informazioni raccolte negli uffici regionali», prosegue il presidente Iezzi, «risulta che, in sede di revisione del Pai (Piano di assessto idrogeologico) promossa dall’Autorità di bacino, l’area relativa all’eremo di Celestino è stata ritenuta a rischio elevato. Tale variante sarà presto pubblicata sul Bura e, a quel punto, la riapertura dell’eremo rischierebbe davvero di diventare definitiva». Il presidente del parco della Majella, aggiudicatario di un concorso bandito dalla Fondazione Telcom che prevede la valorizzazione degli eremi celestiniani ubicati nell’area di competenza del parco (per circa 600mila euro), ha così chiesto parere del Comune in merito al progetto di installazione dell’impianto di controllo. Il costo dell’operazione di aggira su qualche decina di migliaia di euro, da reperire tra parco Majella e comune, molto probabilmente.
Sono infatti ormai inutilizzabili i 25mila euro tempo fa stanziati dalla Provincia per un primo intervento sull’area: una recente variazione normativa li destina a soli interventi di piantumazine-rimboschimento. L’augurio è che i tempi siano brevi. Anche se le preoccupazioni e i dubbi restano.
Annalisa Civitareale
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