Sfila la rabbia dei comitati cittadini
Guzzanti-Berlusconi ironizza sulla ricostruzione: «E’ stato un successo».
L’AQUILA. Hanno tentennato a lungo prima di decidere se sfilare, come annunciato, fino a piazza d’Armi, o se restare nel piazzale dell’ex Italtel per dar vita lì a un sit-in di protesta. Alla fine, con un’ora di ritardo sulla tabella di marcia, il corteo si è mosso. In trecento, tutti appartenenti ai comitati cittadini nati dopo il terremoto (con loro anche qualche esponente politico e alcuni amministratori locali), hanno tirato su gli striscioni e sfilato fino a piazza d’Armi dove, in quella che fino a qualche tempo fa era la tendopoli più grande, hanno aspettato l’arrivo di Sabina Guzzanti. Un’attesa durata una manciata di minuti, poi dall’auto blu arrivata fin dentro il campo, dove ancora (tra cumuli di rifiuti) “resistono” alcuni sfollati, è scesa la Guzzanti nei panni del premier Silvio Berlusconi.
E subito i manifestanti l’hanno circondata al grido di «Silvio! Silvio!». «Ho preparato un discorso per il mio compleanno. Questo è l’unico posto dove mi sento a mio agio, perché in Parlamento mi tirano le pietre, a casa mi tirano le pietre. Ma all’Aquila ho il caschetto» ha esordito Guzzanti-Berlusconi. E ancora, «a tutti gli invidiosi dico che questo terremoto è stato un successo, ho avuto una audience pazzesca. Tutte le grandi ricorrenze le farò qui all’Aquila. Altro che dittatura! Farò la repubblica di Salò all’Aquila». Una gag dietro l’altra, interrotta da applausi e cori. «I terremoti non si possono prevedere, l’unica previsione era che ci si poteva guadagnare. E avevamo ragione». Poi altra ironia sui numeri degli alloggi in costruzione: «Le case non bastano? Vuol dire che sono andate a ruba». Immancabili le battutine sulle escort, quindi il gran finale: «Sono un genio e ho una popolarità imbarazzante. Meno male che Silvio c’è!». Un siparietto che ha strappato risate e battute ai manifestanti.
Ma tanta la rabbia nei loro striscioni, molti dei quali dedicati proprio al premier che, quasi in contemporanea, ha consegnato le prime 400 case agli sfollati. «Tu vivi nei reality, noi nella realtà», «Da nu’ clown solo new town». «Berlusconi, oggi è anche il compleanno mio. Fammi questo regalo: sparisci». In testa al corteo un grande «No allo spopolamento, ricostruzione agli aquilani». A sfilare anche il deputato del Pd, Giovanni Lolli che si è detto preoccupato per i ritardi nei lavori di ricostruzione e riqualificazione. «Mi rallegro per coloro che hanno avuto la casa e non entro nel merito se il progetto Case sia giusto o sbagliato. Ma, stando ai numeri, è certo che le soluzioni scelte sono insufficienti». «Oggi» ha aggiunto il consigliere regionale di Rifondazione comunista Maurizio Acerbo «si gira l’ennesima puntata del serial “Berlusconi all’Aquila”. Fin dall’inizio la strategia del premier è stata quella di trasformare L’Aquila in un set televisivo e di garantirsi il massimo di efficacia mediatica».
E subito i manifestanti l’hanno circondata al grido di «Silvio! Silvio!». «Ho preparato un discorso per il mio compleanno. Questo è l’unico posto dove mi sento a mio agio, perché in Parlamento mi tirano le pietre, a casa mi tirano le pietre. Ma all’Aquila ho il caschetto» ha esordito Guzzanti-Berlusconi. E ancora, «a tutti gli invidiosi dico che questo terremoto è stato un successo, ho avuto una audience pazzesca. Tutte le grandi ricorrenze le farò qui all’Aquila. Altro che dittatura! Farò la repubblica di Salò all’Aquila». Una gag dietro l’altra, interrotta da applausi e cori. «I terremoti non si possono prevedere, l’unica previsione era che ci si poteva guadagnare. E avevamo ragione». Poi altra ironia sui numeri degli alloggi in costruzione: «Le case non bastano? Vuol dire che sono andate a ruba». Immancabili le battutine sulle escort, quindi il gran finale: «Sono un genio e ho una popolarità imbarazzante. Meno male che Silvio c’è!». Un siparietto che ha strappato risate e battute ai manifestanti.
Ma tanta la rabbia nei loro striscioni, molti dei quali dedicati proprio al premier che, quasi in contemporanea, ha consegnato le prime 400 case agli sfollati. «Tu vivi nei reality, noi nella realtà», «Da nu’ clown solo new town». «Berlusconi, oggi è anche il compleanno mio. Fammi questo regalo: sparisci». In testa al corteo un grande «No allo spopolamento, ricostruzione agli aquilani». A sfilare anche il deputato del Pd, Giovanni Lolli che si è detto preoccupato per i ritardi nei lavori di ricostruzione e riqualificazione. «Mi rallegro per coloro che hanno avuto la casa e non entro nel merito se il progetto Case sia giusto o sbagliato. Ma, stando ai numeri, è certo che le soluzioni scelte sono insufficienti». «Oggi» ha aggiunto il consigliere regionale di Rifondazione comunista Maurizio Acerbo «si gira l’ennesima puntata del serial “Berlusconi all’Aquila”. Fin dall’inizio la strategia del premier è stata quella di trasformare L’Aquila in un set televisivo e di garantirsi il massimo di efficacia mediatica».