Sisma, l’Ue sul progetto Case: “Sprecati 350 milioni di euro”
La corte dei Conti europea boccia gli interventi post terremoto: “Non hanno risposto in modo tempestivo e con sufficiente capacità agli effettivi bisogni della popolazione”. E denuncia l’aumento dei costi: “il costo relativo ad un singolo appartamento è stato di 1.648 euro al metro quadro, contro un costo standard pari a 640 euro”
BRUXELLES. Le abitazioni costruite con il contributo del fondo di solidarietà Ue per i terremotati dell’ Abruzzo «non hanno risposto in modo tempestivo e con sufficiente capacità agli effettivi bisogni della popolazione». Lo ha stabilito la Corte dei conti Ue in una relazione sull’utilizzo del mezzo miliardo di euro dal fondo di solidarietà, in particolare per il progetto case che ha assorbito 350 milioni. Gli appartamenti del progetto Case, si legge nella relazione della Corte dei Conti Ue, «si sono rivelati immotivatamente costosi ed hanno alloggiato troppe poche persone; vi erano carenze nella pianificazione del progetto e nell’assicurare l’economicità dell’attuazione dello stesso».
In particolare, sottolinea la Corte, «il costo relativo ad un singolo appartamento è stato di 1.648 euro al metro quadrato di area abitabile», contro un costo standard, stabilito dal «manuale di riferimento per l’edilizia a fini sociali» pari a 640 euro al metro quadrato, «rispetto al quale il prezzo al metro quadrato degli edifici del progetto Case è stato, in media, del 158% più caro». Nell’ambito della procedura per la concessione dell’appalto, si legge ancora nel rapporto, «al prezzo è stata assegnata scarsissima importanza relativa»; inoltre, «per risparmiare tempo, si è evitato di indire nuove procedure di gara per lavori aggiuntivi, ricorrendo invece alla trattativa privata». Nonostante tutto, Ville Italia, responsabile della relazione della Corte dei Conti, esclude che siano state individuate attività di tipo criminale legate agli appalti: «non ne siamo a conoscenza», ha detto in una conferenza stampa».
Secondo la Corte dei Conti, «circa il 30% (144 milioni) del contributo del Fondo sociale Ue è stato destinato a interventi sotto ogni profilo ammissibili ai sensi del regolamento istitutivo del Fondo. Invece, il progetto Case, sebbene rispondente alle effettive necessità, non ha rispettato le specifiche disposizioni perché sono stati costruiti edifici permanenti invece di case provvisorie». Diverso il parere della Commissione Ue, alla quale spetta di chiarire le norme su questo tipo di finanziamenti e prendere eventuali decisioni in seguito alla relazione della Corte dei Conti di Lussemburgo. «Pensiamo che le critiche della Corte siano ampiamente infondate. Riflettono un’insufficiente valutazione delle sfide sul campo e aspettative irrealistiche riguardo alle autorità italiane a fronte di un disastro rilevante, con 308 morti, oltre 1.500 feriti e circa 70 mila persone che necessitavano di riparo e assistenza». Secondo la Commissione, «il progetto Case in queste circostanze particolari ha pienamente rispettato le condizioni e gli obiettivi delle norme per il Fondo sociale Ue, visto che ha risposto alle esigenze immediate di migliaia di persone che non avevano casa in seguito al terremoto».
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