Sisma, le richieste a Monti: zona franca e infrastrutture
Comune, sindacati e categorie produttive all’incontro per fissare le priorità da presentare al nuovo governo
L'AQUILA. Un primo risultato il consiglio comunale di Bruxelles lo ha raggiunto: l'istituzione di un tavolo di lavoro sul rilancio dell'economia della città. Ieri c'è stato il primo incontro dell'organismo deliberato dal consiglio del 29 novembre. Ma sul da farsi si naviga ancora a vista.
Il nuovo organismo voluto dal sindaco Massimo Cialente dovrà fare il punto sulla situazione economica della città: cosa serve, quali misure straordinarie adottare in attesa della zona franca (ce ne sono 26 da valutare), come farsi ascoltare dal governo. «Scopo di questo tavolo», ha spiegato il sindaco, «è elencare al governo le misure da adottare per L'Aquila e vedere quali sono accettabili. Nel giro di un mese e mezzo dovremo prepare un pacchetto da presentare». Ma da che parte incominciare? Sarà stabilito di volta in volta, ma l'impressione è che politici, parti sociali, associazioni di categoria e ordini professionali, imprenditori, rappresentanti delle istituzioni locali intervenuti ieri non sappiano ancora bene che strada prendere. Il sindaco ha ricordato «l'interesse del settore farmaceutico a investire all'Aquila e quello dell'Alenia e della Selex». Poi Cialente si è lasciato andare all'ottimismo, quando ha detto che «la ricostruzione pesante ripartirà ai primi del nuovo anno. Ci saranno tanti cantieri aperti».
Diversi i punti di vista espressi nel corso del dibattito. Massimiliano Mari Fiamma di Apindustria ha sollecitato a «puntare sulle infrastrutture di ogni genere, dalle ferrovie alle strade, al wi-fi. L'edilizia», ha aggiunto, «deve ripartire subito». L'assessore alle Attività produttive Marco Fanfani ha ribadito «la mancata capacità di raccordo tra le istituzioni. Comune, Provincia, Regione non hanno saputo dialogare in questi tre anni». Fanfani ha inoltre sottolineato l'importanza di includere, tra le attività finanziate con la legge per il terremoto, anche quelle dell'agricoltura.
Critico nei confronti dell'iniziativa è stato invece il segretario provinciale della Cgil Umberto Trasatti. «Non possiamo ogni volta ricominciare daccapo», ha detto rivolgendosi al sindaco. «Esiste una piattaforma elaborata in collaborazione con la Camera di commercio mai presa in considerazione da politici e istituzioni. C'è poi», ha aggiunto, «il lavoro svolto durante gli stati generali dell'economia del 16 ottobre». «Che fine hanno fatto questi strumenti?», ha chiesto, «erano utili o no?».
Intanto «all'orizzonte c'è la ripresa del pagamento delle tasse sospese e la cassa integrazione in aumento», ha concluso. Tra gli altri intervenuti anche il parlamentare Giovanni Lolli, il direttore della Confcommercio Celso Cioni, il senatore del Pd Luigi Lusi. Presente in sala, tra gli altri, il vicepresidente vicario del consiglio regionale Giorgio De Matteis.
Il nuovo organismo voluto dal sindaco Massimo Cialente dovrà fare il punto sulla situazione economica della città: cosa serve, quali misure straordinarie adottare in attesa della zona franca (ce ne sono 26 da valutare), come farsi ascoltare dal governo. «Scopo di questo tavolo», ha spiegato il sindaco, «è elencare al governo le misure da adottare per L'Aquila e vedere quali sono accettabili. Nel giro di un mese e mezzo dovremo prepare un pacchetto da presentare». Ma da che parte incominciare? Sarà stabilito di volta in volta, ma l'impressione è che politici, parti sociali, associazioni di categoria e ordini professionali, imprenditori, rappresentanti delle istituzioni locali intervenuti ieri non sappiano ancora bene che strada prendere. Il sindaco ha ricordato «l'interesse del settore farmaceutico a investire all'Aquila e quello dell'Alenia e della Selex». Poi Cialente si è lasciato andare all'ottimismo, quando ha detto che «la ricostruzione pesante ripartirà ai primi del nuovo anno. Ci saranno tanti cantieri aperti».
Diversi i punti di vista espressi nel corso del dibattito. Massimiliano Mari Fiamma di Apindustria ha sollecitato a «puntare sulle infrastrutture di ogni genere, dalle ferrovie alle strade, al wi-fi. L'edilizia», ha aggiunto, «deve ripartire subito». L'assessore alle Attività produttive Marco Fanfani ha ribadito «la mancata capacità di raccordo tra le istituzioni. Comune, Provincia, Regione non hanno saputo dialogare in questi tre anni». Fanfani ha inoltre sottolineato l'importanza di includere, tra le attività finanziate con la legge per il terremoto, anche quelle dell'agricoltura.
Critico nei confronti dell'iniziativa è stato invece il segretario provinciale della Cgil Umberto Trasatti. «Non possiamo ogni volta ricominciare daccapo», ha detto rivolgendosi al sindaco. «Esiste una piattaforma elaborata in collaborazione con la Camera di commercio mai presa in considerazione da politici e istituzioni. C'è poi», ha aggiunto, «il lavoro svolto durante gli stati generali dell'economia del 16 ottobre». «Che fine hanno fatto questi strumenti?», ha chiesto, «erano utili o no?».
Intanto «all'orizzonte c'è la ripresa del pagamento delle tasse sospese e la cassa integrazione in aumento», ha concluso. Tra gli altri intervenuti anche il parlamentare Giovanni Lolli, il direttore della Confcommercio Celso Cioni, il senatore del Pd Luigi Lusi. Presente in sala, tra gli altri, il vicepresidente vicario del consiglio regionale Giorgio De Matteis.
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