Sisma tra Marche e Umbria: a Gubbio, paura e gente in strada
Terremoto di magnitudo 4.0. È scossa la più intensa di uno sciame sismico in atto nella zona da almeno tre giorni
GUBBIO. Sono stati molti gli abitanti della città di Gubbio e della sua periferia che sono usciti in strada stamani dopo la scossa di magnitudo 4, delle 11,06, che ha interessato la zona fino al confine con le Marche. Immediato anche il passaparola sui social network. Danni rilevanti, comunque, i vigili del fuoco con alcune squadre sul posto (anche la Provincia ha mobilitato i propri tecnici per i controlli) sinora non ne hanno constatati, ad eccezione di qualche crepa in edifici storici. In un comunicato del Dipartimento della Protezione civile si conferma che l'evento sismico di stamani «è stato avvertito dalla popolazione in provincia di Perugia. Le località prossime all'epicentro sono i comuni di Gubbio, Cantiano e Costacciaro. Secondo i rilievi registrati dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia l'evento sismico è stato registrato alle ore 11.06 con magnitudo di 4.0. Sono in corso le verifiche effettuate da parte della Sala Situazione Italia della Protezione civile rispetto ad eventuali danni a persone e/o cose».
Nella stessa area di Gubbio è stata avvertita un'altra scossa di terremoto di magnitudo 2.9, alle ore 11.10. La scorsa notte, alle 2.37, vi è stata un'altra scossa significativa, classificata di magnitudo 3.6, avvertita distintamente dalla gente. Gubbio e i comuni limitrofi da alcuni giorni sono l'epicentro di uno sciame sismico con scosse che però sinora non avevano toccato il livello di quella di stamani.
Lo sciame che da stanotte inquieta gli umbri ha origine nella “faglia di Gubbio”. Dal 18 dicembre la terra trema nell’area tra Scheggia e Pietralunga, una zona dell’Appennino umbro-marchigiano che ha un rilascio sismico pressochè continuo ed è nota per alcuni terremoti di magnitudo tra 5 e 6 avvenuti in passato, l’ultimo dei quali a fine aprile del 1984 a sud di Gubbio. In quell’occasione il terremoto principale fu stimato di magnitudo locale (ML) 5,2, mentre la magnitudo momento (Mw) determinata successivamente dù pari a 5,6. Il terremoto del 1984 non provocò vittime, ma produsse danni del VII grado Mercalli in numerose località in provincia di Perugia.
La città di Gubbio ha subito effetti superiori al VII grado Mercalli in tre occasioni: in due casi si tratta di eventi antichi di cui si sa poco, mentre nel 1751 un terremoto ebbe come epicentro la zona di Gualdo Tadino, circa 20 km a sud di Gubbio, com una magnitudo stimata di poco superiore a 6. Secondo una delle interpretazioni più accreditate, il terremoto del 1984 è avvenuto sulla «faglia di Gubbio», una faglia ben studiata dai geologi che borda sul lato orientale il bacino di Gubbio, studiata a fondo con analisi di terreno, sismica di esplorazione profonda, dati sismologici e altri dati. Si tratta di una faglia estensionale (o «normale»), che affiora sul bordo nord-est della valle di Gubbio e si immerge sotto alla valle stessa (quindi verso sud-ovest). Il terremoto del 1984 è avvenuto nel settore meridionale del bacino di Gubbio ed è probabilmente legato all’attività della faglia di Gubbio. Il settore più settentrionale si attivò nel 2010 (Pietralunga) mostrando un’interessante migrazione degli epicentri. Gli altri settori sono stati attivi più o meno sempre in questi anni, ma con una concentrazione maggiore verso sud-est (Gubbio) negli ultimi giorni. Si stanno al momento studiando le caratteristiche della sismicità per determinare quale sia la faglia attiva (o le faglie attive).
Sembra per il momento che tra la struttura attiva in questi giorni e la faglia del 1984 ci sia un «offset» che non permette di legare facilmente i due andamenti alla stessa faglia. L’andamento nel tempo della sismicità mostra dei periodi di maggiore attività e altri di relativa calma. Complessivamente per tutta l’area il numero di terremoti nel tempo appare sostanzialmente costante. Questo settore dell’Appennino umbro-marchigiano rappresenta un laboratorio naturale per lo studio della sismicità. Diversi progetti finanziati negli ultimi anni dal ministero della Ricerca, dal dipartimento della Protezione civile e dall’Ue e coordinati dall’INGV hanno fatto di questa regione una delle aree di studio dei terremoti più importante a livello internazionale.
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