Sono 2.450 le famiglie che vivono in povertà
Drammatici dati in città, il 15 per cento del totale in grosse difficoltà La giunta Di Pangrazio spenderà un milione e 300mila euro nel 2013
AVEZZANO. Sono 2.450 le famiglie avezzanesi (su un totale di 16.843) ad aver chiesto aiuto nel 2012 al Comune a causa di una situazione di povertà e bisogno, pari al 15 per cento. A questi si aggiungono 58 interventi di pronto soccorso sociale: sono quei casi di straordinaria necessità, come per la ragazza gravemente ammalata il cui trasferimento quotidiano all’Aquila per la terapia è stato finanziato dal Comune. E un milione e trecento mila euro è la somma che il Comune spenderà nel 2013 per tutte le azioni previste per il sociale: 500mila in meno rispetto all’anno scorso, perché il Comune è riuscito a risparmiare su alcuni servizi e ha utilizzato fondi residui degli anni passati. L’assessore alle Politiche sociali, Patrizia De Michelis, ha incontrato in Comune tutti gli operatori del settore sociale. Quattro i principali punti su cui il Comune è riuscito a risparmiare: il nido dell’infanzia, il centro antiviolenza, la spesa per i minori affidati a strutture residenziali e i costi sostenuti per l’affitto di alcune delle strutture che gestiscono alcuni dei servizi per il sociale. «L’asilo nido che fino all’anno scorso era a carico esclusivo del Comune», dichiara l’assessore De Michelis, «costava all’amministrazione 265mila euro all’anno. Con l’utilizzo della nuova formula di gestione scelta da quest’anno, grazie anche all’utilizzo di fondi regionali, il Comune spenderà all’incirca 50mila euro per l’erogazione di voucher compensativi che andranno a beneficio di chi ha i requisiti per richiederli». Oltre 200mila euro in meno per il Comune, per il mondo dell’infanzia, risparmiati anche grazie a un’altra iniziativa introdotta dall’amministrazione del sindaco Gianni Di Pangrazio: l’accreditamento di quattro strutture per cui più famiglie beneficeranno di prezzi agevolati per pagare il nido. «Un'altra spesa ridotta», continua De Michelis «è quella legata al centro antiviolenza, i cui servizi, oggi, sono offerti dal centro “Oasi 8 marzo”, un progetto finanziato dalla Croce Rossa, in collaborazione con il Comune. Ulteriore risparmio arriva dalle rette sostenute per l’ospitalità dei minori affidati in comunità di tipo residenziale, in quanto il loro numero è diminuito, e infine dalla riduzione degli affitti, che siamo riusciti a ottenere a prezzi più bassi». Una nuova modulazione del servizio è stata poi prevista per l’assistenza domiciliare offerta a chi ha un handicap, intesa anche come assistenza integrata. Sono 37 gli utenti serviti nel territorio comunale, 27 di questi godono di prestazioni domiciliari (Adi-Saps-Anffas) per un massimo di 9 ore settimanali e 10, invece, usufruiscono oltre che di un numero di ore stabilito a seconda della necessità, di assegni di cura, il cui importo è al massimo di 700 euro.
Magda Tirabassi
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