Soprintendenza, Frattale accusa
L’imprenditore: «Il cantiere per i sottoservizi continuamente interrotto, così non si può lavorare»
L’AQUILA. «Non è possibile che a ogni piccolo sospetto che sia stato trovato un reperto archeologico vengano bloccati i lavori per la realizzazione dei sottoservizi nel centro storico cittadino». Lo afferma l’imprenditore Gianni Frattale, coordinatore della società Asse Centrale, il quale chiede modalità e tempi di intervento, da parte della Soprintendenza, compatibili con la necessità che i lavori vadano avanti spediti.
«Ho molto rispetto per la cultura e la conoscenza», dice Frattale, «e credo sia interesse degli aquilani e degli studiosi sapere cosa nasconda il sottosuolo cittadino. Ma altrettanto rispetto è dovuto agli stessi cittadini aquilani che da anni hanno un’altra primaria esigenza: quella di rientrare a casa e di rivedere finalmente viva la propria città. Ad oggi solo su via Sallustio, dove i ritrovamenti non sembrano avere particolare rilevanza storico-archeologica, il cantiere è stato interrotto tre volte nell’arco di 50 metri di scavo. Le indicazioni verbali dei responsabili della Soprintendenza non vengono messe per iscritto e firmate da alcun responsabile. Si procede senza alcuna formalizzazione e dunque senza alcuna tutela né per la stazione appaltante né per l’impresa realizzatrice. Di questo passo il primo lotto dei sottoservizi verrà realizzato in non meno di cinque anni, se qualche ritrovamento consistente non dovesse fermare definitivamente l’opera».
«Una soluzione», prosegue, «è necessaria per assicurare velocità ai controlli e alle decisioni degli esperti. Necessaria una conferenza dei servizi permanente tra tutti i soggetti coinvolti e un team di esperti in loco con potere di firma. Non si può procedere con mezzi ordinari in una situazione straordinaria per un’opera fondamentale alla ricostruzione dell’Aquila», conclude Frattale.
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