Spese del post-sisma: inchiesta sugli sprechi

L’annuncio del presidente della sezione giurisdizionale della Corte dei Conti Il procuratore Di Grazia: «Legittima l’indignazione dei cittadini aquilani»

L’AQUILA. La Corte dei Conti ha avviato un’indagine sulle contabilità speciali legate alla ricostruzione post-sisma. Lo ha scritto il presidente della sezione giurisdizionale Luciano Calamaro nella sua relazione, letta ieri in occasione della cerimonia di inaugurazione dell’anno contabile. L’intento è di verificare «il concreto impiego delle risorse finanziarie erogate per gli interventi di ricostruzione con particolare riguardo alla contabilità speciale numero 5340 costituita presso la tesoreria provinciale dell’Aquila». La contabilità in questione riguarda il passaggio delle risorse dallo Stato agli enti locali.

La cerimonia è stata poi caratterizzata dalla relazione del procuratore contabile, Fausta Di Grazia. «Anche se la provincia dell’Aquila mostra la presenza di Cosa nostra, camorra e ’ndrangheta», ha detto, riferendosi ad appalti per le macerie e le subforniture, «non credo che questi fenomeni di criminalità organizzata possano attecchire in Abruzzo, perché sano è il contesto sociale di questa terra mite e operosa». Il magistrato contabile ha poi sottolineato che «sarà compito anche della Corte dei Conti di tenere alta l’attenzione, affinché venga sempre e comunque mantenuto il rispetto della legalità».

«È ovviamente auspicabile», ha aggiunto, «anzi necessario, un potenziamento del personale di magistratura e amministrativo assegnato alla Procura regionale, per far fronte all’esponenziale aumento del numero delle vertenze già in atto e per quello previsto in avvenire. Sarebbe indispensabile, inoltre, una task-force tra inquirenti della Corte dei Conti, della Procura della Repubblica e personale investigativo dei Corpi militari e civili di ausilio nelle inchieste, al fine di gestire l’attuale emergenza (il riferimento è, in particolare, alle inchieste post-sisma,) e garantire i risultati dovuti». Il procuratore regionale ha poi parlato di «servitori dello Stato che, con determinazione e organizzazione, andrebbero concentrati su obiettivi sensibili come L’Aquila e i Comuni interessati dal sisma, per arginare, con un’azione preventiva oltre che dissuasiva, l’avanzata della criminalità organizzata». «Anche quest’anno, consapevole del fatto che lo stato di emergenza non è superato», scrive il magistrato nella sua relazione, «rivolgo un doveroso saluto agli abitanti dell’Aquila che con caparbietà e coraggio lavorano in attesa di recuperare finalmente una vita normale nella loro città, i quali, a mio avviso, sono i veri eroi del dopo terremoto. Questi abruzzesi forti e gentili», si legge sempre nella relazione, «non dimenticano la saggezza del lasciare alle generazioni future sani princìpi e insostituibili tradizioni. Sono loro che devono vigilare per primi affinché nessuno si appropri senza titolo del denaro pubblico, perché chi ingiustamente incassa, senza dare e senza fare, aiuta L’Aquila a non rialzarsi più». «Ma L’Aquila», ha aggiunto, «non somiglierà mai al Bronx».

Il procuratore ha ricordato che «dalle notizie apparse sulla stampa l’ex ministro Carlo Trigilia delegato del governo a gestire la ricostruzione dell’Aquila, ha riferito che dal 2009 a oggi sono stati spesi 12 miliardi di euro per il capoluogo e i 56 comuni del cratere e che per il futuro servirà la somma di 1 miliardo e mezzo l’anno, per circa un decennio».

Qualche dato. Attualmente la Procura regionale ha al vaglio 2515 fascicoli e risultano emesse nell’anno che si è appena concluso 39 citazioni a giudizio con richieste di condanna per un importo che supera i 30 milioni. Tra le più numerose fattispecie all’esame vengono indicati i debiti fuori bilancio, spesso conseguenti a somme corrisposte per risarcimenti a terzi, lesi in anni precedenti. In relazione alle indagini che hanno riguardato Regione e Comune dell’Aquila, la Di Grazia ha definito «legittima l’indignazione dei cittadini». Salvo prova contraria.

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