Spumador, nuove produzioni e investimenti per nove milioni 

Proprietà e sindacati siglano l’accordo che disegna il futuro dello stabilimento per i prossimi 3 anni Previsto anche un incremento dell’occupazione con venti assunzioni a tempo indeterminato

SULMONA. È uno dei pochi stabilimenti rimasti nel nucleo industriale di Sulmona che continua ad investire sul territorio e sulla forza lavoro.
Nei giorni scorsi è stato raggiunto un importante accordo tra la Spumador, l’azienda che produce acque minerali e bevande per conto terzi, la rsu e le tre organizzazioni sindacali Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil, che prevede nuove produzioni, incremento dell’occupazione e investimenti per nove milioni di euro nei prossimi tre anni. Attraverso flessibilità governate, formazione del personale e maggiore produzione, oltre 20 persone verranno assunte a tempo indeterminato.
Un piano industriale che va a rafforzare ancora di più la solidità dello stabilimento che dal gennaio del 2012 ha sempre avuto una crescita costante, iniziando il rilancio del sito industriale ex Campari: da soli 4 dipendenti si è arrivati agli attuali 91 con contratto a tempo indeterminato che nei picchi di stagione arrivano a 120 unità. Inoltre sono state triplicate le linee di produzione avviando anche quella dell’acqua minerale che viene prelevata direttamente dalle fonti sorgive che provengono dalla Maiella.
«Abbiamo sempre creduto che gli impegni assunti nel 2011, assieme a Leonardo Lippa della Uila, con il management della Spumador, avrebbero rilanciato lo stabilimento ex Campari», afferma il segretario generale della Fai Cisl per l’Abruzzo e il Molise Franco Pescara. «Dopo aver letto la statistica pubblicata nei giorni scorsi che lancia un campanello d’allarme sullo spopolamento continuo del territorio, questa notizia porta un po’ di serenità e prospettive per il futuro dell’intero comprensorio».
Per i sindacati un ruolo determinate spetterà ora alla politica. «L’auspicio è che l’assessore al ramo regionale insieme alle istituzioni del territorio convochino tutti i protagonisti affinché si tracci un percorso condiviso di rilancio di questa parte dell’Abruzzo attraverso investimenti e decisioni lungimiranti. Quello che non serve è l’immobilismo e il piangersi addosso». Secondo Franco Pescara, sia la Regione che tutti gli altri “attori” preposti a disegnare lo sviluppo del territorio non avrebbero fatto pienamente il loro dovere per favorire occupazione e rilancio di quegli stabilimenti industriali che hanno avuto momenti di difficoltà, non per colpa dei lavoratori, ma per conduzioni e decisioni sbagliate da parte delle diverse proprietà.
«Se le istituzioni a tutti i livelli continueranno ad assumere atteggiamenti sbagliati come quelli avuti nella vertenza ancora irrisolta da ben cinque anni dello stabilimento di Canistro della Santa Croce», conclude il numero uno per l’Abruzzo e il Molise della Fai Cisl, «il futuro non sarà roseo. Per questo dico che ognuno deve assumersi le giuste e necessarie responsabilità».
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