Stangata lampade votive, uffici Afm sotto assedio
In arrivo arretrati anche di centinaia di euro, la protesta dei cittadini: chiesti soldi persino per le tombe crollate
L’AQUILA. Bollette «salate» per tenere accese lampade votive anche nelle zone rosse dei cimiteri aquilani colpiti dal terremoto. Sono quelle ricevute in questi giorni da moltissime famiglie del capoluogo: richieste di centinaia di euro, risultato dei pagamenti non versati per gli anni dal 2009 al 2011 e degli aumenti, circa 5 euro l’anno per ogni lampada.
Per protestare contro la situazione e cercare di saldare l’inaspettato conto, negli ultimi giorni è stato preso d’assalto lo sportello posizionato all’interno del cimitero aquilano. Lunghe file e comprensibile nervosismo al front-office gestito da due soli dipendenti dell’Afm, l’azienda farmaceutica municipalizzata che si occupa del servizio cimiteriale. Tanto che è stato necessario persino posizionare all’ingresso del piccolo ufficio un elimina-code. In moltissimi, dunque, con il biglietto in mano, come al supermercato, in coda per chiedere spiegazioni sulle cifre da corrispondere. L’Afm ha anche posizionato un container come riparo per le persone in attesa.
«Facciamo quel che possiamo», raccontano i due dipendenti. «Purtroppo le pratiche sono tante e la gente è preoccupata per la scadenza». E molti, visto l’aumento e le difficoltà delle famiglie, hanno deciso di staccare la lampada votiva. I prezzi delle lampade vanno dai 20 euro l’anno a lampada per i loculi e le tombe a terra ai 45 euro per le cappelle. Complessivamente, il servizio gestisce circa 20mila pratiche. Intanto, una serie di cartelli affissi ai cancelli del cimitero invita a voler provvedere alla sistemazione dei costi, anche in caso di pendenze arretrate, per evitare l’interruzione del servizio. «Abbiamo inviato circa 9500 bollettini», spiega il direttore dell’Afm Roberto Fontana. «Si tratta della prima annualità con l’aumento delle tariffe, dovuta alla delibera del consiglio comunale. La tassa è passata da 14 euro a 19,80 circa, un rincaro del 34%. Nel bollettino, in alcuni casi, sono state anche richiamate annualità precedenti, successive al terremoto. Laddove è stato effettuato il pagamento nulla è dovuto, altrimenti bisogna saldare anche gli anni dal 2009 al 2012. Le lampade sono utenze trattate come quelle dell’energia elettrica, a meno di danni sulla linea, come in alcuni casi è accaduto a Roio, dove è stata interrotta l’erogazione a causa dei crolli».
Anche nella frazione fortemente colpita dal terremoto, non manca, tuttavia, chi si è visto recapitare bollette superiori ai 150 euro. «Abbiamo emesso i bollettini anche nei casi di inagibilità della zona del cimitero interessata, tranne avvenuta disdetta», continua Fontana. «In ogni momento si può interrompere il servizio. Dove ci sono stati crolli importanti e i loculari hanno avuto più danni lo abbiamo sospeso noi. Negli altri casi di transennamenti, tuttavia, le lampade sono ancora accese. Sulla città dell’Aquila non ci sono situazioni di sospensione». Una scelta incomprensibile per i cittadini che a più di 3 anni dal sisma ancora non possono raggiungere le zone più danneggiate del cimitero, oppure lo fanno a proprio rischio e pericolo, tra macerie e sporcizia, ma sono costretti a corrispondere bollette salate per le lampade votive.
Michela Corridore
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