Stop al processo sul crac dell'Aquila calcio
La difesa ricusa un giudice e fa slittare la pronuncia della sentenza. Atti in corte d'appello
L'AQUILA. Bloccato, proprio nel giorno della sentenza, il processo a carico di dieci persone accusate per la bancarotta della vecchia L'Aquila calcio, poi fallita. I legali degli imputati Iannini e Ruggeri hanno ricusato uno dei componenti del collegio, il giudice Giuseppe Romano Gargarella.
Alla base dell'istanza la segnalazione che quel magistrato si sarebbe occupato della vicenda in altra fase del procedimento e in tale ipotesi sarebbe incompatibile. Insomma un piccolo colpo di scena in seguito al quale gli atti passano alla corte di appello che dovrà valutare in merito. Il processo è stato aggiornato al 23 febbraio. In caso di accoglimento il processo ripartirebbe da capo e la prescrizione, a conti fatti, arriverebbe ben prima della conclusione dei tre gradi di giudizio.
Il processo riguarda il fallimento della vecchia L'Aquila Calcio che all'epoca, dopo avere sfiorato la serie B, navigava in serie C2. Sotto processo c'è l'ex presidente Michele Passarelli, accusato di bancarotta fraudolenta avendo distratto, secondo il pm, ingenti somme dalla massa fallimentare destinata ai creditori. Sotto processo anche Eliseo Iannini, costruttore aquilano, il quale sarebbe subentrato a Passarelli nella gestione della società che al momento del fallimento era in C2. Va detto che Iannini (contestata la dissimulazione di somme) non è mai stato nominato presidente ma per l'accusa dopo il passaggio delle consegne fu lui a gestire il club.
Sotto processo anche l'ex liquidatore, Fabio Alessandroni, e i revisori dei conti anche se le responsabilità sono diverse. Omissioni di controllo sono contestate a Rosanna Di Gioacchino, Pietro Gregorio e Carlo Pellini. A giudizio anche altri ex revisori con posizioni defilate: Antonio Carmelo Ruggeri, Felice Masci Luigi Parravano e Giuliano De Matteis.
Gli imputati sono assistiti dagli avvocati Riccardo Lopardi, Antonio Valentini, Fabrizio Giancarli, Luca Bruno, Gregorio Equizi, Massimo Manieri, Francesco Carli e Alfonso Stile.
Alla base dell'istanza la segnalazione che quel magistrato si sarebbe occupato della vicenda in altra fase del procedimento e in tale ipotesi sarebbe incompatibile. Insomma un piccolo colpo di scena in seguito al quale gli atti passano alla corte di appello che dovrà valutare in merito. Il processo è stato aggiornato al 23 febbraio. In caso di accoglimento il processo ripartirebbe da capo e la prescrizione, a conti fatti, arriverebbe ben prima della conclusione dei tre gradi di giudizio.
Il processo riguarda il fallimento della vecchia L'Aquila Calcio che all'epoca, dopo avere sfiorato la serie B, navigava in serie C2. Sotto processo c'è l'ex presidente Michele Passarelli, accusato di bancarotta fraudolenta avendo distratto, secondo il pm, ingenti somme dalla massa fallimentare destinata ai creditori. Sotto processo anche Eliseo Iannini, costruttore aquilano, il quale sarebbe subentrato a Passarelli nella gestione della società che al momento del fallimento era in C2. Va detto che Iannini (contestata la dissimulazione di somme) non è mai stato nominato presidente ma per l'accusa dopo il passaggio delle consegne fu lui a gestire il club.
Sotto processo anche l'ex liquidatore, Fabio Alessandroni, e i revisori dei conti anche se le responsabilità sono diverse. Omissioni di controllo sono contestate a Rosanna Di Gioacchino, Pietro Gregorio e Carlo Pellini. A giudizio anche altri ex revisori con posizioni defilate: Antonio Carmelo Ruggeri, Felice Masci Luigi Parravano e Giuliano De Matteis.
Gli imputati sono assistiti dagli avvocati Riccardo Lopardi, Antonio Valentini, Fabrizio Giancarli, Luca Bruno, Gregorio Equizi, Massimo Manieri, Francesco Carli e Alfonso Stile.
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