l’ordinanza
Studente escluso dall’esame, ma il Tar lo riammette
Il tribunale amministrativo regionale d’Abruzzo, infatti, ha accolto un ricorso cautelare da parte di uno studente del Liceo Scientifico dell'Aquila, ammettendolo con riserva alle prove scritte della maturità.
L’AQUILA. Non è stato ammesso agli esami di Stato dal consiglio di classe, ma mercoledì prossimo sosterrà la prima prova scritta, quella di Italiano.
Il tribunale amministrativo regionale d’Abruzzo, infatti, ha accolto un ricorso cautelare da parte di uno studente del Liceo Scientifico del capoluogo, ammettendolo con riserva alle prove scritte della maturità. Nel ricorso accolto, affidato dal giovane agli avvocati Claudio Di Cesare e Francesco Di Giovanni, è stato evidenziato come il Liceo non abbia fornito ai genitori del ragazzo tutti i documenti inerenti allo scrutinio, limitandosi a consegnare i soli voti finali, nonostante la richiesta di accesso agli atti fosse stata formulata dalla famiglia sin dal 9 giugno, subito dopo lo scrutinio. Dai soli voti, infatti, non sarebbe stato possibile comprendere le ragioni reali della mancata ammissione all’esame di Stato.
«Tale comportamento tenuto dalla scuola, di fatto, ha impedito al ragazzo e ai suoi genitori di verificare le motivazioni del provvedimento di non ammissione e non ha permesso di verificarne la legittimità», secondo gli avvocati del ragazzo. Da qui la decisione dei giudici amministrativi di ammettere comunque l’allievo a sostenere l’esame di maturità, salvo poi verificare la legittimità della decisione presa dal consiglio di classe una volta consegnati tutti i documenti dello scrutinio. L’udienza di merito è stata fissata al 19 luglio.
«La questione centrale del ricorso cautelare», ha affermato Di Cesare, «è il comportamento omissivo tenuto dal Liceo Scientifico che, non consegnando la documentazione dello scrutinio, di fatto ha impedito di verificare la legittimità della decisione».
«Tale condotta è sicuramente censurabile perché ogni ufficio pubblico, e tanto più un’istituzione scolastica, ha il dovere di adottare la massima trasparenza dei suoi atti, in special modo di quelli che comportano una decisione sfavorevole». (m.c.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA.
Il tribunale amministrativo regionale d’Abruzzo, infatti, ha accolto un ricorso cautelare da parte di uno studente del Liceo Scientifico del capoluogo, ammettendolo con riserva alle prove scritte della maturità. Nel ricorso accolto, affidato dal giovane agli avvocati Claudio Di Cesare e Francesco Di Giovanni, è stato evidenziato come il Liceo non abbia fornito ai genitori del ragazzo tutti i documenti inerenti allo scrutinio, limitandosi a consegnare i soli voti finali, nonostante la richiesta di accesso agli atti fosse stata formulata dalla famiglia sin dal 9 giugno, subito dopo lo scrutinio. Dai soli voti, infatti, non sarebbe stato possibile comprendere le ragioni reali della mancata ammissione all’esame di Stato.
«Tale comportamento tenuto dalla scuola, di fatto, ha impedito al ragazzo e ai suoi genitori di verificare le motivazioni del provvedimento di non ammissione e non ha permesso di verificarne la legittimità», secondo gli avvocati del ragazzo. Da qui la decisione dei giudici amministrativi di ammettere comunque l’allievo a sostenere l’esame di maturità, salvo poi verificare la legittimità della decisione presa dal consiglio di classe una volta consegnati tutti i documenti dello scrutinio. L’udienza di merito è stata fissata al 19 luglio.
«La questione centrale del ricorso cautelare», ha affermato Di Cesare, «è il comportamento omissivo tenuto dal Liceo Scientifico che, non consegnando la documentazione dello scrutinio, di fatto ha impedito di verificare la legittimità della decisione».
«Tale condotta è sicuramente censurabile perché ogni ufficio pubblico, e tanto più un’istituzione scolastica, ha il dovere di adottare la massima trasparenza dei suoi atti, in special modo di quelli che comportano una decisione sfavorevole». (m.c.)
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