Studentessa violentata, un arresto
In cella il militare di Avellino. Il pm lo accusa di tentato omicidio
L'AQUILA. In cella, con accuse pesantissime, il militare campano indagato per la violenza sulla studentessa davanti alla discoteca di Pizzoli: il caporale Francesco Tuccia, deve rispondere di tentato omicidio e violenza sessuale. L'ARRESTO.Il giovane, che dal carcere tramite il suo avvocato, Alberico Villani ribadisce la propria innocenza e parla di rapporto sessuale consenziente, è stato prelevato nella caserma Campomizzi dell'Aquila, sede del 33esimo reggimento artiglieria Acqui. L'arresto, al termine delle indagini dei carabinieri, è stato chiesto dal pm David Mancini e firmato dal giudice Giuseppe Romano Gargarella. Attraverso le testimonianze, oltre trenta, e gli esami dei Ris, si è arrivati a certi riscontri. I FATTI. Intorno alle 20 del 12 febbraio la ragazza (poi violentata) e una amica vanno discoteca. Dopo alcuni minuti trascorsi all'ingresso entrano nella sala da ballo e si fermano a chiacchierare con alcuni conoscenti. Consumano da bere e poi vanno a ballare. Poco dopo, nella stessa sala, entra il sospettato in compagnia degli amici. Due di questi si allontaneranno in macchina di lì a poco per ritornare nel locale solo a serata terminata. I due amici si mettono a ballare proprio vicino alle ragzze. La presenza è documentata da una serie di immagini scattate dal fotografo che fa servizio nel corso delle serate. Verso le 2.20 circa la studentessa e l'amica decidono di fare un giro per la discoteca. Proprio in questa circostanza una delle due perde il cellulare, ne scaturisce una ricerca affannosa che coinvolge parte del personale di servizio che ricorda e descrive bene le due ragazze delle quali, qualcuno evidenzia una «eccessiva euforia». Poco dopo le 3 una delle due ragazze, spazientita dalla perdita del cellulare, decide di andare via per prendere l'autocorriera. L'altra resta sola e va ballare. Proprio in questo momento è documentato da più persone l'incontro con il sospettato. I testimoni raccontano di parole scambiate tra i due, forse qualche tenerezza, e poi dell'allontanamento dei due dal locale. Circa 15 minuti dopo il sospettato è nuovamente in discoteca, ma questa volta è sporco di sangue e non c'è più alcuna traccia della ragazza che, sarà soccorsa fuori dal proprietario del locale e prelevata dagli uomini della sicurezza, priva di conoscenza e insanguinata e con un quadro clinico che consiglia al personale del pronto soccorso l'immediato accompagnamento in ospedale, ove sarà sottoposta ad intervento chirurgico urgente. Proprio l'aver visto i ragazzi insieme induce gli addetti alla sicurezza a trattenere il sospettato fino all'arrivo dei carabinieri, chiedendo chiarimenti sull'accaduto al militare che, secondo i militari, si è trincerato di volta in volta dietro risposte di comodo. LE PROVE. Ad inchiodare il caporale campano, sospeso cautelativamente dal servizio, le tracce di sangue trovate sulla camicia, su una mano e sul braccialetto, presumibilmente quello che viene applicato all'ingresso delle discoteche: secondo i Ris di Roma il sangue è della studentessa dell'Università dell'Aquila ancora ricoverata in stato di choc e che non ricorda nulla della violenza: a tale proposito, la studentessa appresa la notizia dal suo legale, è rimasta muta. Nell'ordinanza di custodia appare chiara la ricostruzione del pm che si é basato sulle indagini dei carabinieri dell'Aquila guidati dal colonnello Savino Guarino. Non c'é stato rapporto sessuale nel senso tradizionale del termine ma una violenza praticata con efferatezza con un corpo estraneo del quale il militare si sarebbe disfatto e mai ritrovato. L'accusa di tentato omicidio è scattata in quanto nessun testimone ha confermato la tesi dell'arrestato che ha detto di essersi sporcato di sangue per aver soccorso la giovane dopo che la stessa era svenuta. Francesco Tuccia secondo il pm, ha lasciato a terra la ragazza che sarebbe morta se il gestore del locale e i due addetti alla sicurezza non avessero «casualmente» fatto il giro all'esterno della discoteca. Per commentare l'efferatezza della violenza fonti interne alla procura della Repubblica hanno sottolineato che «parlano le ferite». INDAGINI. Lunedì o martedì il militare avellinese sarà interrogato dal gip e dal pm ma le indagini, secondo quanto si è appreso, non sono finite qui.
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