Sulmona, in fiamme le cinque auto di un rom che si trova in carcere

L’incendio doloso ha divorato le vetture parcheggiate accanto alla villetta attualmente disabitata

SULMONA. Un atto intimidatorio, una ritorsione o semplicemente un pesante sgarbo: è su queste tre ipotesi che indagano i carabinieri di Pettorano sul Gizio dopo l’incendio doloso che si è sviluppato nella tarda serata di sabato nella frazione delle Cavate tra Sulmona e Pettorano sul Gizio.

Cinque le auto divorate dalle fiamme, tutte di proprietà di L.D.R., un sulmonese di origine rom attualmente in carcere in detenzione preventiva.

E secondo gli investigatori i piromani avrebbero approfittato proprio dell’assenza del padrone di casa per agire indisturbati e appiccare il fuoco alle auto parcheggiate sotto una tettoia di legno, a poche decine di metri dalla villetta tuttora disabitata.

Erano circa le 21 quando una vicina di casa si è accorta dell’enorme incendio che si stava sviluppando a pochi metri di distanza. Le lingue di fuoco avevano avvolto tutte le auto e una piccola casa di legno situata proprio nella stessa area. Subito è scattato l’allarme è sul posto sono arrivati prima i vigili del fuoco e poco dopo i carabinieri della stazione di Pettorano sul Gizio. I vigili del fuoco di Sulmona preoccupati dalle raffiche di vento che spingevano le fiamme verso l’abitazione del rom, hanno chiesto rinforzi. In poco tempo sono partite due squadre da Avezzano e da Popoli e solo verso mezzanotte, dopo tre ore di duro lavoro, i vigili del fuoco sono riusciti ad avere ragione del rogo.

Il fuoco ha bruciato completamente le cinque auto che erano parcheggiate nel piazzale, tanto da non poterne riconoscere la targa e nemmeno il colore.  A stento i carabinieri sono riusciti a risalire al modello, aiutati da un parente del proprietario, che conosceva il parco auto, il quale appena venuto al corrente del fatto ha raggiunto la frazione delle Cavate per verificare l’accaduto e i danni subiti.

Tra le auto andate a fuoco una Mercedes Classe A, una Mercedes Serie E, una Giulietta, un’Alfa Romeo 164 e un’auto d’epoca. Come detto sull’episodio stanno indagando i carabinieri di Pettorano che ieri mattina sono tornati sul luogo dell’incendio per effettuare altri rilievi attraverso i quali poter risalire ai responsabili. L'unica cosa certa è che si è trattato di un incendio doloso. Qualcuno probabilmente, non è chiaro se una una più persone, ha voluto inviare un forte segnale a L.D.G. forse per un conto in sospeso.

I carabinieri sono convinti che dietro l’inquietante episodio possa celarsi un giro di malaffare legato magari al mondo dell’usura.

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