Sulmona, incendiata la palestra della scuola chiusa per l'inchiesta sulla truffa allo Stato
Una colonna di fumo fuoriusciva dalle finestre: l’allarme è stato lanciato dai residenti. L’Istituto De Nino-Morandi chiuso da tre anni dopo l’inchiesta della Finanza
SULMONA. Va a fuoco la palestra dell’Istituto tecnico De Nino-Morandi. Erano da poco passate le 19 quando una colonna di fumo nero si è alzata dalla struttura scolastica chiusa da tre anni a seguito dell’inchiesta della Guardia di finanza sui lavori di ristrutturazione e messa in sicurezza dell’edificio. A dare l’allarme alcuni residenti preoccupati dal fumo denso che usciva dalle finestre della scuola. Sul posto vigili del fuoco, polizia di Stato e polizia locale, che hanno proceduto allo spegnimento dell’incendio. La zona è off-limits a curiosi e passanti e solo i vigili del fuoco possono entrare e uscire dall’edificio. L’operazione è complicata e delicata in quanto all’interno della palestra sono custoditi materiali plastici che a contatto con il fuoco diventano potenzialmente pericolosi e nocivi.
I controlli riguardano anche possibili fonti di gas e di altri combustibili che potrebbero innescare altre situazioni di pericolo. Si sospetta che l’origine delle fiamme sia dolosa, anche perché l’accesso alla palestra era totalmente libero. Sul posto anche il sostituto procuratore Stefano Iafolla e il dirigente scolastico Massimo Di Paolo: il primo coordina le operazioni della polizia mentre il secondo ha voluto sincerarsi di persona dell’entità dei danni di una scuola storica della città sede dell’Istituto tecnico commerciale e per geometri. Attualmente parte dell’edificio scolastico è sotto sequestro a seguito di un’inchiesta avviata dalla Guardia di finanza su disposizione della Procura dell’Aquila sui lavori di messa in sicurezza dell’edificio che secondo le accuse non sarebbero stati conformi al progetto. Gli imputati sono Valter Specchio, già direttore generale dell'ente provinciale, Emidio Pacella, responsabile unico del procedimento dell'appalto dei lavori oggetto d'inchiesta, Domenico Palumbo, ex assessore ai Lavori pubblici, poi Antonio De Lellis, Simplicio Torrelli, Valentina Di Cosimo e Domenico Cifani, impreditori e tecnici. Le accuse per tutti sono di falso e truffa ai danni dello Stato.
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