Sulmona: «Oltre un anno di attesa per una mammografia»
Denunciate anche lungaggini per poter accedere ai servizi di riabilitazione. I sindacati: «Bisogna accelerare il piano che prevede assunzioni in ospedale»
SULMONA. Oltre un anno per una mammografia, otto mesi per una Tac e 4mila analisi di laboratorio trasferite all'ospedale di Avezzano. Le liste di attesa lumaca restano il malato cronico dell'Annunziata, direttamente collegate alle carenze di organico. Un deficit di personale, dovuto alla mancanza del turn over da un lato e alle nuove assunzioni in stand by dall'altro, che non fa altro che allungare i tempi e le attese per visite ed esami. Da sempre liste di attese e carenze di personale dettano i ritmi dell’Annunziata, facendo scendere il numero delle prestazioni annuali a vantaggio delle cliniche private e dei calcoli burocrati di mantenimento dei vari reparti. Da qui l'appello dei sindacati ad invertire la rotta e ad adottare dei correttivi per garantire il diritto alla salute e alle cure nell'ospedale pubblico. «Per effettuare una mammografia i tempi di attesa superano da informazioni assunte sul sito della Asl, un anno», denunciano Francesco Marrelli, Anthony Pasqualone, Angela Ciccone della Fp Cgil. Oppure che una «Tac addome completo senza e con contrasto è prevista non prima del mese di marzo 2018. Oppure ancora che 4000 esami di laboratorio analisi sono stati inspiegabilmente spostati dall'ospedale di Sulmona a quello di Avezzano con le evidenti ripercussioni in termini di attività e carichi di lavoro. Ed ancora che per effettuare, all’Aquila, prestazioni di Riabilitazione neuromotoria, neurocognitiva, logopedia neuropsicomotoria sia su bambini che su pazienti adulti gravi, i tempi di attesa superano l’anno e mezzo». Già dall'anno scorso la Asl ha attivato il servizio di recall, una telefonata di conferma della prenotazione a ridosso dell’esame, per smaltire le liste di attesa in caso di rinunce o rinvii delle prestazioni prenotate. Calcolando i tempi di attesa, il servizio serve a fare da promemoria per chi ha prenotato mesi prima una visita e rischia di saltarla per dimenticanza. Sono 600 le telefonate a settimana, 2mila e 400 al mese, per richiamare gli utenti, a ridosso del giorno fissato, recuperare le prenotazioni che vengono disertate e fare spazio ad altri. «Garantire il diritto alla salute e la sicurezza dei lavoratori», aggiunge», Marcello Ferretti, segretario territoriale Uil Fpl, «ora bisogna accelerare con il piano assunzioni, ridurre i tagli e i vincoli per il turn-over».
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