Sulmona, si cerca alle Poste la terza lettera di Conti
Ascoltati sette dirigenti Total e il blogger che ha scambiato messaggi prima della tragedia. Spunta una misteriosa telefonata anonima fatta il giorno della scomparsa
SULMONA. È caccia alla terza lettera che il generale Guido Conti potrebbe avere affrancato e spedito prima di uccidersi, venerdì scorso, sulla provinciale ai piedi del Morrone tra Sulmona e Pacentro. I carabinieri che indagano per conto della Procura di Sulmona – nel fascicolo aperto viene ipotizzata l’istigazione al suicidio – vogliono recuperare la lettera prima che giunga a destinazione. E per farlo hanno chiesto collaborazione alle Poste Italiane e stanno passando al setaccio i centri smistamento. Conti ha acquistato un francobollo in una tabaccheria di Sulmona e potrebbe aver spedito un messaggio a qualcuno.
È stato definitivamente chiarito che si è trattato di un gesto volontario, ma ci sono aspetti da approfondire. La conferma è arrivata dall’esame stub che ha rilevato tracce di polvere da sparo sulla mano destra del generale in congedo.
Nel frattempo le indagini vanno avanti anche su altri fronti. Lunedì sette fra dirigenti e impiegati della compagnia petrolifera francese Total sono stati ascoltati dagli investigatori. Secondo quanto si è appreso non sarebbero emerse tesi complottiste, considerando che oltretutto l’incarico del generale è stato troppo breve, appena una quindicina di giorni prima della decisione di rassegnare le dimissioni per motivi di salute. Dopo aver risposto alle domande, i rappresentanti della Total hanno quindi partecipato ai funerali del generale. Le indagini proseguono in modo spedito: sono state ascoltate anche persone che hanno incontrato il generale poco prima del suicidio e nei giorni precedenti. Tutti avrebbero confermato che negli ultimi tempi Conti era turbato, ma nessuno ha saputo spiegarne il motivo. In riferimento alle attività future nell’ambito dell’inchiesta per istigazione al suicidio, nei prossimi giorni è in programma un summit tra investigatori e il sostituto procuratore Aura Scarsella, titolare delle indagini. Sarebbero previsti altri accertamenti. A tale proposito, è iniziato l’esame dei tabulati telefonici e del pc sequestrato.
Sempre i carabinieri hanno ascoltato il blogger Giorgio Santoriello, ambientalista della Basilicata che con conti aveva scambiato alcuni messaggi su Facebook. Santoriello ha confermato quanto scritto dopo la morte di Conti. Il generale era stato messo in guardia «su tutta una serie di dinamiche lucane assai diverse rispetto alle problematiche ambientali da lui affrontate nella sua brillante carriera».
Intanto, c’è attenzione degli inquirenti anche sulla telefonata anonima ricevuta da un quotidiano online abruzzese in cui una voce probabilmente artefatta segnalava le dimissioni del generale dei carabinieri Conti dalla Total. La telefonata è stata acquisita dagli inquirenti. La telefonata è arrivata alla segreteria telefonica del giornale poco prima delle 15 di venerdì scorso, come spiega il sito Primadanoi, con voce «presumibilmente maschile e dall’accento meridionale, forse siciliano».
In quel momento il generale Conti era ancora vivo, visto che gli esami hanno individuato l’ora della morte tra le 19 e le 19.30 di venerdì scorso. Gli investigatori non escludono alcuna ipotesi, compresa quella che possa essere stato lo stesso generale a far fare la telefonata prima di togliesi la vita. Anche questo indizio è finito nel fascicolo che punta a ricostruire il breve periodo in cui Conti è rimasto al servizio della multinazionale francese, impegnata nelle estrazioni petrolifere in Basilicata.
È stato definitivamente chiarito che si è trattato di un gesto volontario, ma ci sono aspetti da approfondire. La conferma è arrivata dall’esame stub che ha rilevato tracce di polvere da sparo sulla mano destra del generale in congedo.
Nel frattempo le indagini vanno avanti anche su altri fronti. Lunedì sette fra dirigenti e impiegati della compagnia petrolifera francese Total sono stati ascoltati dagli investigatori. Secondo quanto si è appreso non sarebbero emerse tesi complottiste, considerando che oltretutto l’incarico del generale è stato troppo breve, appena una quindicina di giorni prima della decisione di rassegnare le dimissioni per motivi di salute. Dopo aver risposto alle domande, i rappresentanti della Total hanno quindi partecipato ai funerali del generale. Le indagini proseguono in modo spedito: sono state ascoltate anche persone che hanno incontrato il generale poco prima del suicidio e nei giorni precedenti. Tutti avrebbero confermato che negli ultimi tempi Conti era turbato, ma nessuno ha saputo spiegarne il motivo. In riferimento alle attività future nell’ambito dell’inchiesta per istigazione al suicidio, nei prossimi giorni è in programma un summit tra investigatori e il sostituto procuratore Aura Scarsella, titolare delle indagini. Sarebbero previsti altri accertamenti. A tale proposito, è iniziato l’esame dei tabulati telefonici e del pc sequestrato.
Sempre i carabinieri hanno ascoltato il blogger Giorgio Santoriello, ambientalista della Basilicata che con conti aveva scambiato alcuni messaggi su Facebook. Santoriello ha confermato quanto scritto dopo la morte di Conti. Il generale era stato messo in guardia «su tutta una serie di dinamiche lucane assai diverse rispetto alle problematiche ambientali da lui affrontate nella sua brillante carriera».
Intanto, c’è attenzione degli inquirenti anche sulla telefonata anonima ricevuta da un quotidiano online abruzzese in cui una voce probabilmente artefatta segnalava le dimissioni del generale dei carabinieri Conti dalla Total. La telefonata è stata acquisita dagli inquirenti. La telefonata è arrivata alla segreteria telefonica del giornale poco prima delle 15 di venerdì scorso, come spiega il sito Primadanoi, con voce «presumibilmente maschile e dall’accento meridionale, forse siciliano».
In quel momento il generale Conti era ancora vivo, visto che gli esami hanno individuato l’ora della morte tra le 19 e le 19.30 di venerdì scorso. Gli investigatori non escludono alcuna ipotesi, compresa quella che possa essere stato lo stesso generale a far fare la telefonata prima di togliesi la vita. Anche questo indizio è finito nel fascicolo che punta a ricostruire il breve periodo in cui Conti è rimasto al servizio della multinazionale francese, impegnata nelle estrazioni petrolifere in Basilicata.