Superbonus, dalla truffa alla beffa Si devono sborsare 400mila euro 

Cinque inquilini su otto sono disposti a pagare i lavori della palazzina per rientrare negli appartamenti Demolizione e ricostruzione erano state sospese lo scorso autunno dalla ditta subappaltatrice

SULMONA. Avevano scelto la strada del Superbonus per sistemare le loro case, ma dopo essere stati truffati ora sono disposti a rientrare a casa versando altri 400mila euro. È la storia di cinque delle otto famiglie della palazzina di via Avezzano, finita al centro di un’inchiesta giudiziaria. I lavori riguardanti il Superbonus non sono mai stati completati, come pure non è stata ultimata la demolizione prevista nel progetto iniziale.
Il tutto nonostante gli 80mila euro corrisposti all’impresa dalle 8 famiglie che vivevano nel palazzo ex Ater, dove era stato necessario anche sfrattare un’inquilina per procedere con gli interventi. La donna aveva dato prima l’ok alla demolizione e ricostruzione del palazzo, per poi fare un passo indietro.
Dopo il contenzioso “tutto interno”, per il quale era intervenuta la polizia, si era aperta subito dopo un’altra battaglia giudiziaria. I residenti, infatti, avevano chiamato in causa la magistratura, per fotografare la situazione attuale della palazzina, in vista di un’eventuale richiesta di risarcimento danni o di un rientro con i lavori che i residenti dovranno pagare di tasca propria, cambiando sostanzialmente le modalità d’intervento. La perizia, disposta dal giudice del Tribunale di Sulmona, Pierfilippo Mazzagreco, era arrivata lo scorso 14 agosto.
Secondo il tecnico incaricato, «per rendere l’edificio abitabile e agibile servono almeno 400 mila euro di lavori». Somme che, una parte degli inquilini, è disposta ad accollarsi, magari accendendo mutui, pur di scrivere la parola fine su questa odissea. «Stiamo pagando soldi su soldi da anni, tenendo conto che, nel frattempo, dobbiamo continuare a pagare gli affitti delle abitazioni che abbiamo trovato in attesa del completamento dei lavori», si sfoga un’inquilina. I lavori di demolizione e ricostruzione della palazzina del civico 8, avviati a maggio 2023, erano stati improvvisamente interrotti nell’autunno dello scorso anno. La ditta subappaltatrice aveva letteralmente svuotato il cantiere, portando via ruspe, attrezzi ed escavatori, lasciando sul posto solo la recinzione.
Il tutto perché l'appaltatore generale non aveva corrisposto le spettanze economiche all’impresa. Eppure i condomini della palazzina avevano versato 10mila euro ciascuno come anticipo per la demolizione e ricostruzione per un totale di 80mila euro che, però, si sono volatilizzati. Per questo gli otto inquilini si erano affidati all’avvocato del foro di Sulmona, Mauro Sciullo, per presentare una denuncia e chiedere alla magistratura di accertare eventuali responsabilità. Sul caso sono ancora in corso le indagini della Guardia di finanza di Sulmona, chiamata a far luce sulla truffa del Superbonus. «È una palazzina che negli anni continua a non trovare pace», commenta l’amministratore del condominio, Ermanno D’Artista.
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