Tagli Technolabs, si cerca una soluzione
Assemblea in fabbrica alla presenza di rappresentanti istituzionali. I lavoratori: vogliamo un piano industriale
L'AQUILA. La vertenza Technolabs approda sui tavoli istituzionali. Il primo incontro il 7 dicembre, in Provincia, con l'azienda chiamata a giustificare i 45 esuberi annunciati nel laboratorio di ricerca, dove attualmente lavorano 130 persone. Il taglio di un terzo del personale, secondo ricercatori, Rsu e sindacati, potrebbe nascondere scenari ancora più drammatici: il timore è che la Intecs Spa, subentrata da solo un anno al gruppo Compel, voglia abbandonare il territorio.
Per questo, verrà aperto un confronto con la proprietà e le istituzioni, per individuare canali di finanziamento e progetti in grado di tutelare il sito, a condizione che venga ritirata qualsiasi ipotesi di sfoltimento degli organici. Si è chiusa con questo obiettivo l'assemblea aperta convocata ieri nello stabilimento del polo elettronico, per richiamare l'attenzione della politica locale sull'ennesima crisi aziendale che coinvolge l'industria aquilana. Hanno risposto all'appello il sindaco Massimo Cialente, l'onorevole Giovanni Lolli, l'assessore Stefania Pezzopane e i consiglieri Stefano Palumbo e Ettore Di Cesare. Per l'amministrazione provinciale era presente l'assessore Mauro Fattore. Grande assente la Regione, rappresentata solo dal consigliere dell'opposizione Franco Caramanico. «Abbiamo informato le istituzioni sulle problematiche del laboratorio di ricerca», ha spiegato Raoul Giorgi, Rsu-Fiom, «e sulla necessità di sapere quali siano le reali intenzioni della Intecs, che finora ha solo annunciato i 45 esuberi strutturali. Ora il dialogo con gli enti locali si può avviare, a fronte però del ritiro dei licenziamenti. Occorre discutere di eventuali finanziamenti e verificare progetti. Vogliamo vedere, se esiste, un piano industriale per il laboratorio dell'Aquila». All'assemblea hanno partecipato anche i rappresentanti di Fim, Fiom e Uilm; il timore dei sindacati è che dietro gli esuberi si celi un disegno preciso. «Se un laboratorio di ricerca scende sotto le 100 unità», ha sottolineato Giorgi, «non ha più ragione di esistere, dal punto di vista strutturale. Tagliare di un terzo il personale ci fa temere che la Intecs voglia andarsene: senza commesse si rischia seriamente, oltre agli esuberi, anche la dismissione del sito». Ad accrescere i dubbi c’è il fatto che ancora non diventa operativa la fusione societaria tra Technolabs e Intecs, un'operazione che era data per conclusa a livello nazionale. E anche la circostanza che problemi strutturali vengano indicati solo per lo stabilimento aquilano, mentre a Pisa, Roma e Napoli non si parla di tagli. Prima del passaggio in Provincia, è previsto un incontro nella sede di Confindustria, il 4 dicembre prossimo. La Technolabs è il più grande laboratorio di ricerca nel settore elettronico e delle telecomunicazioni del centro sud: l'acquisizione da parte della Intecs Spa è avvenuta a settembre del 2011 e dopo qualche mese sono stati firmati accordi per la formazione e per la mobilità volontaria. Poi è scattata la cassa integrazione per 50 addetti. E infine si è arrivati agli esuberi. OTEFAL. Il tribunale dell'Aquila ha dichiarato il fallimento della Otefal. Un provvedimento che apre al strada alla vendita dell'immobile, che è già stato affittato fino a giugno dalla multinazionale siriana Madaar. «In questo modo», ha sottolineato Alfredo Fegatelli della Fiom, «gli stessi siriani potranno partecipare alla gara per l'acquisizione definitiva. Un'operazione che metterebbe al sicuro gli attuali 183 lavoratori».
Romana Scopano
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